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di LAURA DELLA PASQUA I TAGLI previsti dal piano di rilancio dell'Alitalia riguarderanno ...

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Come pure sarà fatto salvo lo scalo di Malpensa. Ieri i vertici della compagnia sono tornati a spiegare i contenuti del piano industriale che dovrebbe portare l'Alitalia fuori dalle secche e prepararla all'ingresso nell'alleanza con Air France e Klm. Il presidente Bonomi incontrando i consiglieri lombardi ha spiegato che l'obiettivo è di arrivare ad un margine di redditività operativa del 15% dal 2% attuale anche «grazie alla riduzione dei costi commerciali e alla rinegoziazione delle forniture». Ma qualora non ci fosse un aumento di produttività, in aggiunta ai 1.500 esuberi ci sarebbero altri 1.300 tagli. Bonomi ha poi precisato che il piano «non è immodificabile» e che la compagnia è pronta al confronto. E su questo punto il viceministro ai Trasporti Tassone ha detto che il governo deciderà a giorni se aprire un tavolo di mediazione tra l'Alitalia e i sindacati sul piano. Bonomi è anche tornato sul problema del traffico su Linate dicendo che «serve un nuovo modello» ma la decisione non può venire dall'Alitalia. Il presidente ha poi ribadito il diverso ruolo degli aeroporti di Fiumicino e di Malpensa. «Nel primo prevale un traffico turistico in arrivo mentre nel secondo soprattutto un flusso d'affari». Intanto è atteso per oggi o lunedì prossimo il passaggio del decreto di privatizzazione alle commissioni parlamentari per il parere. Nella relazione al decreto si precisa che se lo Stato manterrà la golden share verrà istituita una Authority di settore. Ieri c'è stato anche un botta e risposta a distanza tra An e la Lega con il responsabile Trasporti di via della Scrofa, Luigi Martini che ha accusato il Carroccio di «attaccare il piano dell'Alitalia» e di essere preoccupata solo della sorta di Malpensa. Immediata la replica del ministro Maroni: «Abbiamo chiesto l'attuazione del piano. Questo non vuol dire tagli al personale, ma rilancio e investimenti e anche credere in Malpensa».

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