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di LAURA DELLA PASQUA LA BANCA d'Italia torna in rotta di collisione con il governo.

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Troppe una tantum, mancanza di misure strutturali, continuo ricorso ai condoni, sono le critiche mosse da Bankitalia che prospetta un futuro di grande incertezza. Qualora lo sviluppo stimato dal governo risultasse inferiore alle attese, potrebbero saltare gli obiettivi di finanza pubblica. Il quadro con le prospettive economiche delineato dal governo contiene secondo via Nazionale degli «elementi di rischio». La crescita del 2004 «può risultare inferiore a quella ipotizzata di +1,9%». A questo si aggiunge un'inflazione che per il 2004 si attesterà, secondo le stime al 2,1%. Tuttavia nel bollettino si ritiene possibile il raggiungimento per quest'anno dell'obiettivo di indebitamento netto al 2,5% e anche l'andamento del fabbisogno appare in linea con le stime di settembre. Ma tutto poggia sulla cartolarizzazione dei debiti Inpdap di inizio novembre e sui versamenti che derivano dalle sanatorie fiscali attesi per fine anno. Si tratta però di misure spot, di corto respiro. Il problema della riduzione della spesa non è stato affrontato alla radice, tant'è che secondo le valutazioni della Banca d'Italia, la sua incidenza rispetto al pil «rimarrebbe nel 2004 superiore di quasi un punto ai livelli degli anni Novanta». Per perseguire gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici e poter attuare una politica di riduzione del carico fiscale, l'Istituto ritiene necessari «interventi strutturali sulla spesa corrente». Non si può quindi pensare di tamponare la situazione facendo ricorso a misure una tantum. «Il reiterato ricorso a condoni può determinare incertezza circa la cogenza delle norme» avverte Bankitalia sottolineando che «alcuni interventi anche se hanno efficacia immediata possono comportare oneri o perdite di gettito negli anni futuri». Bankitalia torna a insistere anche sulle pensioni sostenendo «la necessità di un ampio riassetto del sistema previdenziale» e dà un giudizio positivo sulla riforma allo studio che «potrebbe contribuire a ridurre la tendenza espansiva degli esborsi in quetso settore connessa con il progressivo invecchiamento della popolazione». L'effetto sarebbe un risparmio pari allo 0,7% del pil che per Bankitalia è comunque «solo un primo passo». Buone notizie invece sul fronte del debito pubblico che nell'ultimo trimestre dovrebbe calare, dopo aver peraltro registrato una crescita di 67,1 miliardi nei primi nove mesi. Strigliata infine sulla riduzioen delle tasse. A fronte di un calo timido dell'Irpef dovuto al primo modulo della riforma fiscale, c'è un aumento delle imposte locali. L'Irpef regionale è salito del 24,6%. Anche l'Irap è cresciuto in nove mesi del 6,6%.

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