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L'EURO vola sopra 1,19 dollari fermandosi ad un passo dal record di 1,1933 toccato il 27 maggio scorso.

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E in effetti anche ieri la prospettiva di tassi di interesse bassi ancora per lungo tempo, alla luce di un'inflazione rimasta ferma ad ottobre, contribuisce ad appesantire le quotazioni del biglietto verde accanto al rischio terrorismo e alla critica situazione in Iraq. In più, un rapporto del governo ha evidenziato il forte calo di interesse di investitori esteri verso asset Usa riportando in primo piano la questione del record del deficit delle partite correnti. Voce quest'ultima che ha raggiunto i 138,7 miliardi di dollari nel secondo trimestre a dispetto dell'indebolimento del dollaro e che ormai, secondo gran parte degli economisti, appare insostenibile. Il fatto è che a settembre il flusso di capitali stranieri è stato nettamente inferiore con un saldo netto positivo per appena 4,190 miliardi di dollari, dai 49,902 miliardi del mese precedente ed ai 73,368 miliardi di luglio. La scarsa attrattiva del mercato statunitense rispecchia uno scenario di tassi di interesse ai minimi da 45 anni almeno fino alla prossima primavera. Lo spettro della disinflazione, più volte citato proprio dalla Federal Reserve, allontana l'ipotesi di un ritocco al rialzo del costo del denaro, facendo sì che gli investitori esteri orientino i loro capitali verso asset più redditizi. Il differenziale dei tassi alimenta così il rally dell'euro, mentre la moneta americana fa i conti anche con la minaccia di attacchi terroristici e con la prospettiva dissanguante, anche sotto il profilo dei costi, dell'intensificarsi delle operazioni militari in Iraq. Lo scivolone del dollaro contro l'euro che rende i prodotti europei meno competitivi e riduce il valore degli utili realizzati all'estero ha mandato in altalena le Borse europee. A Milano fra le banche si sono messe in luce Bnl (+1,01%) e Monte Paschi (+0,94%) all'indomani della presentazione del piano industriale. Molto forte San Paolo-Imi, in progresso del 2,02% e il risparmio gestito. Mediolanum è cresciuta dell'1,93%, Fineco del 2,19%, Profilo ha messo a segno un balzo del 10,87%. Fra le tlc Tim termina in rialzo dell' 1,11%, la sorella maggiore Telecom dello 0,52%, Pirelli del'1,09%. Parmalat intanto ha chiuso in progresso dello 0,98% a 2,16 e Seat ha fatto il salto del 2,96% alla vigilia della presentazione del piano industriale. Generali ha terminato in rialzo dello 0,58% a 20,95 euro.

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