«L'ECOFIN vuole la morte del Patto di Stabilità».
Prodi parla all'assemblea plenaria di Strasburgo. Passano poche ore e da Roma arriva la replica del ministro dell' Economia Giulio Tremonti, presidente di turno del Consiglio: «Il Trattato attribuisce al Consiglio Ecofin la responsabilità di interpretare e implementare le disposizioni del Patto di stabilità e di crescita. La Commissione ha la facoltà di fare proposte». Tremonti aggiunge: «La presidenza italiana intende svolgere in questo contesto una funzione coerente con il Trattato. Questo significa che stiamo discutendo tra ministri Ecofin alla ricerca di una soluzione che pensiamo possa e debba emergere al prossimo Ecofin di lunedì o martedi». Dichiarazioni ben accolte negli ambienti della Commissione, dove si commenta: «È una risposta molto positiva e come tale la valutiamo. Ci aspettiamo quindi che l'Ecofin prenda le sue decisioni ed interpreti il Patto nel rispetto delle regole e delle procedure del Trattato». Prodi non ha specificato la natura degli accordi che si starebbero preparando per dare il colpo finale ad un Patto già in agonia, ma il suo allarme arriva dopo il duro giudizio della Francia sulle raccomandazioni già proposte (liquidate come «destabilizzanti») e i moniti lanciati da Berlino in questi ultime settimane contro l'ipotesi di una nuova procedura. Francia e Germania prevedono entrambe un disavanzo al 4,2% del Pil nel 2003, rispetto al tetto del 3% fissato dal Patto. Nonostante le pressioni crescenti, ieri Bruxelles ha deciso di andare diritto sulla strada tracciata dal Patto, che prevede un sistema progressivo di sanzioni per i paesi che non rispettano le regole. E ieri è arrivata una nuova raccomandazione alla Germania. Come alla Francia, Bruxelles chiede alla Germania di riportare il proprio deficit sotto la soglia del 3% entro il 2005, concedendole un anno in più di tempo, ma chiede una riduzione del disavanzo strutturale dello 0,8% del Pil nel 2004 e dello 0,5% nel 2005.