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I sindacati: la proposta si farà ma senza fretta

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Il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, ha indirettamente replicato in questo modo al ministro del Lavoro, Roberto Maroni, che invita da tempo i sindacati a presentare una loro controproposta sulla riforma della previdenza e che nei giorni scorsi ha ribadito l'intenzione del governo di approvarla entro la fine dell'anno: «Non vi è alcuna emergenza previdenziale. Quella dell'esecutivo è una fretta tutta politica. Non abbiamo interesse a sbrigarci, altrimenti accetteremmo l'idea del governo che pretende da noi una proposta per poi giudicarla come fosse una giuria» ha sibilato il numero uno della Uil, Luigi Angeletti. Non è più una sorpresa, ma il tema della previdenza resta un terreno di scontro tra la maggioranza ed i sindacati. Oltre a Cgil, Cisl e Uil, in questa battaglia è presente anche l'Ugl, il sindacato vicino alle posizioni di An, che ha espresso una linea sostanzialmente identica. Ieri, per il governo, sulla questione ha parlato il sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi, ribadendo i paletti fissati: è la Commissione europea che «chiede la riforma all'Italia». Il governo è intenzionato ad andare avanti per la sua strada, anche se la commissione Lavoro del Senato ha fissato per giovedì 27 novembre la prevista audizione di Maroni. Un modo per dare tempo alle parti sociali di riprendere la trattativa. Ma dal fronte sindacale nessuno si fa illusioni: al momento, l'impegno maggiore, come ha confessato Pezzotta, «riguarda la manifestazione del 6 dicembre che dovrà essere una grande iniziativa, vogliamo portare molta gente». Infine, in casa del centro-destra, si parla sempre della possibilità di mettere la fiducia sulla riforma delle pensioni, sostenuta da Maroni. Ma ci sono voci fortemente contrarie, come quella del ministro per le Politiche Comunitarie, Rocco Buttiglione: «Dobbiamo approvare il provvedimento, ma difficilmente verrà posta la fiducia.

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