Finanziaria, il governo blinda il decretone
Resta aperto il tema delle risorse aggiuntive per forze armate e enti locali. Vanno reperiti 380 milioni
Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto legge collegato alla legge Finanziaria e che ne garantisce il grosso della copertura (13,6 miliardi). Ed è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, ad intervenire nell'Aula di Montecitorio, al termine della discussione generale, a spiegare che «c'è l'esigenza di avere tempi certi considerato che il decreto scade alla fine del mese e che sono stati presentati oltre 1000 emendamenti. La maggioranza alla Camera rinuncia così a qualsiasi intervento di modifica. Le eventuali correzioni si faranno in Finanziaria. Insomma la partita, più che chiusa, sembra solo rimandata di qualche giorno, visto che domani la Finanziaria vera e propria comincerà ad essere esaminata in Commissione. E Romano ieri ha fatti anche una sorta di lista delle correzioni da apportare, visto che il decreto andrà in porto così come è: dall'amianto ai servizi pubblici locali, dall'estensione della tecno-Tremonti all'introduzione del condono previdenziale. Ma sulla fiducia l'opposizione è insorta: «Imporre un doppio voto di fiducia saltando la mediazione parlamentare - ha detto Luciano Violante, capogruppo dei Ds - è un gravissimo errore». Fari puntati dunque sulla Finanziaria che da domani comincerà il suo iter alla Commissione Bilancio della Camera. È in questa sede infatti che dovranno essere risolti i nodi lasciati dal passaggio in Senato (innanzitutto risorse aggiuntive per forze armate e enti locali). Per tali questioni l'accordo di massima è quello di reperire fondi per 380 milioni (200 per aumenti contrattuali nelle forze armate e 180 per l'adeguamento dei trasferimenti ai Comuni dell'inflazione). Un aumento dell'accise sulle sigarette, caldeggiato da parte della Cdl, sembra scontato. Ma è verosimile che il pacchetto richieda risorse più cospicue: da una parte cèe il capitolo forze armate e sicurezza, che dopo i fatti di Nassirya potrebbe spingere il Parlamento a «rivedere le priorità» (come preannunciato dal sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas il giorno stesso dell'attentato) e riflettere sull'opportunità di trovare maggiori risorse; dall'altra c'è il capitolo enti locali e sono soprattutto le Regioni a battere cassa. Di qui prendono corpo le ipotesi di possibili nuove misure che garantiscano entrate aggiuntive, dall'estensione del condono fiscale al 2002 alla sanatoria dei contributi previdenziali. Dovrebbe essere una riunione di maggioranza, verso la fine della settimana, a stabilire le priorità e le strade da percorrere per reperire nuove risorse. A Montecitorio torneranno poi a fare discutere quelle parti della Finanziaria approvate dal Senato con i malumori di governo (tassa sui voli) o della maggioranza (sulla polizza anti-sisma l'Udc ha chiesto esplicitamente delle modifiche).