Al terzo posto gli emiliani (3.243 euro) seguiti dai piemontesi ( 3.149 euro) In coda le regioni del Sud, Basilicata, Molise, Calabria, Puglia e Sicilia
fanalino di coda la Basilicata. Lo rileva uno studio dell'Associazione Artigiani Cgia di Mestre, che disegna la distribuzione regionale del carico fiscale nel Paese. Una classifica contestata dal presidente della Regione Lazio Storace. «La Cgia dovrebbe imparare a non fare confusione tra tasse nazionali, regionali e comunali» incalza Storace e spiega che «l'addizionale comunale nel Lazio è al livello più basso d'Italia perchè l'aliquota non è stata mai aumentata». Stesso discorso per l'Irap che, afferma Storace, «è la più bassa d'Italia. Inoltre sono state ridotte del 50% tutte le tasse di concessione regionale». Tornando allo studio della Cgia in cima alla graduatoria dei più tartassati d'Italia i lombardi con una quota pro capite - compresa di addizionale comunale e regionale - che sfiora i 3.700 euro mentre in Basilicata si arriva appena a 1.781 euro. L'immagine complessiva finale del rapporto evidenzia che al Centro-Nord gli oneri per i cittadini sono molto più «pesanti» che al Sud. Sul podio, infatti, accanto ai lombardi si trovano i laziali con 3 mila 490 euro circa, tra Irpef nazionale,regionale e comunale, e gli emiliani (3 mila 243 euro). La quarta posizione è occupata dai piemontesi ( 3 mila 149 euro), la quinta dai trentini (3 mila 143 euro) e la sesta dai veneti (3 mila 50 euro). Stanno sopra i 3 mila euro di Irpef e addizionali regionali e comunali anche Friuli Venezia Giulia e Valle D'Aosta. Appena sotto i tremila euro troviamo gli esborsi dei contribuenti liguri ( 2 mila 998 euro) e quelli dei toscani (2 mila 914 euro). In coda alla graduatoria nazionale si trovano, invece, i molisani con mille 831 euro, preceduti dai calabresi (mille 848 euro), dai pugliesi (mille 991 euro) e dai siciliani (2 mila 77 euro). A metà classifica emergono i dati di umbri (2 mila 522 euro) e Marche (2 mila 515 euro) seguiti da sardi (2 mila 283, 65 euro), campani (2 mila 247 euro) e abruzzesi (2 mila 202 euro). Questa la situazione complessiva ma, quando l'Ufficio Studi della Cgia di Mestre screma i dati e fa emergere gli indicatori delle addizionali comunali, lo scenario cambia. In cima alla graduatoria nazionale sale quindi la Liguria con 14,48 euro, seguita dalle Marche (11,48), dal Piemonte (10,22) e dal Veneto (9,11). Ultima è la Valle DþAosta (0,10), preceduta dal Friuli Venezia Giulia (0,47), dal Trentino Alto Adige (1,28 euro) dall'Emilia Romagna (2,78), dalla Toscana (4,25 euro) e dal Lazio (5,15 euro).