Prezzi, commercianti ancora sotto accusa
Ad alzare l'ennesimo polverone, fatto di ripetuti scambi di accuse, è stata la campagna lanciata dalle associazioni dei consumatori per «salvare la tredicesima», definita senza mezzi termini «un'idea folle» dal presidente di Confesercenti Marco Venturi. I rapporti tra le due parti sono diventati tesi dopo che l'organizzazione degli esercenti ha rifiutato la proposta dei consumatori di praticare dei saldi pre-natalizi nella settimana dal 16 al 23 settembre, del 10% sui prodotti alimentari e del 25% sui non alimentari. Di fronte alla «ritirata» dei commercianti, l'Intesa ha quindi deciso di organizzare, in collaborazione con i produttori agricoli, la vendita diretta in piazza di una serie di prodotti agroalimentari a prezzi più bassi di quelli al dettaglio. Un'iniziativa che non è però affatto piaciuta alla Confesercenti, che si dice anzi pronta ad «impedirla perchè illegittima». I toni della polemica sono particolarmente accesi. I consumatori accusano i commercianti di aver speculato provocando l'impennata dei prezzi. Ma sotto accusa è anche il governo colpevole di aver «fatto la politica dello struzzo, negando l'evidenza». Gli esercenti, afferma l'Intesa, hanno «taglieggiato i consumatori, giocando allo scaricabarile nella filiera produttiva» e addossando all'euro o ad altri responsabilità «che sono soltanto loro». I consumatori fanno i loro conti: in due anni la stangata che si è abbattuta sulle tasche delle famiglie è di oltre 3.000 euro. Secca la replica della Confesercenti, che respinge le criminalizzazioni. Le accuse contro i commercianti sono «affermazioni strumentali che stanno creando un danno forte all'economia del paese» e che «ingannano innanzitutto i consumatori» penalizzando i consumi, afferma il presidente Marco Venturi. Quello di cui le famiglie hanno bisogno è di «maggiore serietà», continua Venturi e non di iniziative «provocatorie e irrealizzabili». Il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni «per rispondere alle domande dei consumatori serve più trasparenza sull'aumento dei prezzi dal campo alla tavola e sul rispetto dell'obbligo di evidenziare in etichetta qualità, varietà e provenienza della frutta e verdura commercializzate, elementi necessari per fare scelte di acquisto consapevoli». «Noi scenderemo in piazza per la trasparenza - ha sostenuto Bedoni - rendendo pubblico sull'etichetta il prezzo locale che viene pagato in campo alle imprese agricole e la provenienza dei nostri prodotti». Il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, interviene infine per scagionare l'euro da ogni responsabilità. «Le condizioni reali di vita sono più difficili - ammette - ma questo non si deve imputare all'euro, perchè negli altri Paesi europei questo non è successo».