L'ANTITRUST di Giuseppe Tesauro apre ufficialmente il dossier sulla cessione dell'Eti alla britannica Bat.
E che si presenta spinoso. Da un lato c'è infatti un'operazione da esaminare con attenzione perchè, almeno ad una prima lettura, potrebbe lasciar prefigurare un ingessamento del mercato del tabacco con la creazione di una posizione dominante in grado di ledere la concorrenza. Dall'altro c'è, invece, un aspetto delicato legato al fatto che la cessione di Eti a Bat nasce dalla gara nell'ambito del processo di privatizzazione dell'Ente Tabacchi, realizzato dal Governo. Un' operazione da cui il Tesoro conta quest'anno di fare cassa, con un impatto dello 0,25% sul debito dello Stato. Almeno sui tempi comunque, per quanto riguarda le esigenze di cassa, non ci dovrebbero essere problemi se l'Antitrust darà il via libera: il team guidato da Tesauro concluderà il suo lavoro entro 45 giorni, entro cioè il 22 dicembre e dunque prima dell'ultima data utile per contabilizzare l'operazione al 2003. E, in questa direzione, il rinvio del dossier da Bruxelles a Roma aiuta, considerando che nel caso l'operazione fosse stata esaminata dagli uffici dell'eurocommissario Mario Monti si sarebbe dovuto attendere - come da prassi - almeno il nuovo anno per il verdetto. L' apertura della procedura per una operazione di questo valore è certamente un atto dovuto, considerate il peso degli operatori interessati sul mercato. Sul tavolo di Tesauro c'è infatti un'operazione che nei suoi connotati sembra apparire, preliminarmente, potenzialmente in grado di «dar luogo alla costituzione di una posizione dominante», scrive la stessa Antitrust motivando l'apertura dell'istruttoria formalizzata ieri.