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Alitalia, Bonomi: nell'alleanza a maggio Fossa (Sea) attacca: la compagnia ha abbandonato gli scali secondari a vantaggio della Lufthansa

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A patto però che il piano di ristrutturazione venga puntualmente attuato. Il presidente di Alitalia Giuseppe Bonomi ribadisce il concetto al Senato, anche non tutti sono d'accordo con la cura messa a punto dai vertici dell'azienda e con il processo di privatizzazione della compagnia di bandiera che lo stesso ministro alle attività produttive Antonio Marzano conferma essere 'ineludibile'. Le sorti di Alitalia anche ieri ha dunque infiammato le aule parlamentari. Ma ha anche provocato le reazioni del presidente della Sea Giorgio Fossa che ha accusato i politici di non difendere a sufficienza lo scalo di Malpensa. «Io ho visto una difesa di Fiumicino pazzesca da parte del mondo politico laziale - ha detto Fossa - una difesa che non ho invece visto per Malpensa". E poi: «Alitalia non ha drenato il traffico degli scali secondari, veicolandolo come invece andava fatto verso Roma e Milano. Il punto è questo, che Alitalia ha abbandonato gli scali secondari che ora alimentano i traffici di Lufthansa". In particolare il ministro Marzano, grande sostenitore della privatizzazione del gruppo, lamentando un «rallentamento" nel processo invita a una decisione in tempi rapidi. «Se non si fanno sinergie, joint-venture, fusioni, ma soprattutto alleanze - ha detto il ministro - nessun vettore oggi è in grado di farcela da solo. Per poter essere competitivi bisogna risparmiare sui costi. E qui c'é un problema di esuberi. Credo che quella della privatizzazione sia una operazione che si debba assolutamente fare e io spingo in questo senso". Bonomi ha poi aggiunto che occorre creare un polo del trasporto aereo nazionale. Bonomi ha mostrato aperture verso i sindacati. «La sostenibilità economica del piano Alitalia passa attraverso il coinvolgimento delle parti sociali". Esuberi a parte il presidente di Alitalia ha poi detto la sua sulla privatizzazione. ìNon ho mai sostenuto - ha spiegato - la necessità di ritardarne i tempi. Non ho mai detto di ritardare la privatizzazione che è uno strumento per arrivare all'alleanza. Questa comunque, è materia dell'azionista che ci informerà quando la metterà all'ordine del giorno del consiglio dei ministri". Decisamente contrario alla privatizzazione, all'ingresso nell'alleanza dei cieli con Klm e Air France, insomma al piano industriale di Alitalia, Pietro Tidei responsabile Ds del trasporto aereo nella competente commissione della Camera. Per il parlamentare la volontà della compagnia italiana di entrare con il 30% nella holding che sancirà l'alleanza con Air France e Klm «è una scelta sbagliata" sia per l'occupazione della compagnia, sia per la sua identità sia per il ruolo che verrà assegnato all'aeroporto romano di Fiumicino. Tidei ieri ha ricordato che la holding sarà una compagnia quotata in borsa e composta da vettori europei, che avrà sede a Parigi e sarà presieduta dal Presidente di Air France (le quote saranno all'81% di Air France e al 19% di Klm). Con l'ingresso di Alitalia si avrà dunque un nuovo assetto societario. «Qualora la richiesta fosse accolta - ha detto il parlamentare - la definitiva ripartizione sarebbe: 51% Air France, 30% Alitalia, 19% Klm, con la maggioranza in mano del vettore francese". Poi ha concluso puntando il dito contro la maggioranza che preme per la privatizzazione.

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