Alitalia, la privatizzazione spacca i vertici

Mentre l'amministratore delegato della compagnia di bandiera, Francesco Mengozzi, preme sul fronte della privatizzazione, il presidente della società Giuseppe Bonomi ritiene che la ristrutturazione aziendale e la successiva alleanza con Klm e Air France non siano vitali per la sopravvivenza del vettore. Una spaccatura profonda, emersa con evidenza ieri durante l'audizione alla Camera, che si aggiunge al timore dei tagli al personale. Una crisi pesante come rivela anche Pasetto. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) - ha detto ieri il parlamentare - ci siamo trovati di fronte a una situazione drammatica: oltre alla crisi dell'Alitalia con il problema di 3.000 esuberi, abbiamo assistito ad una vera e propria spaccatura tra i vertici dell'Alitalia: il presidente e l'amministratore delegato hanno due linee totalmente diverse. L'amministratore delegato chiede con urgenza la privatizzazione perché vede nel processo di privatizzazione e integrazione societaria con l'Air France e la Klm, la possibilità di uscire dalla crisi. Il presidente, che non vede alcuna urgenza nel processo di privatizzazione e integrazione societaria, ha una linea di politica industriale sostanzialmente diversa che si basa sul rafforzamento del sistema Italia dove le alleanze sono un punto di arrivo e non di partenza. Di fronte a questa situazione, che non è certo di oggi, mi chiedo come e con quale ritardo possa essere affrontata questa crisi dell'Alitalia». Anche se Bonomi e Mengozzi hanno smorzato sul nascere la polemica, le due posizioni sono certo inconciliabili. A rimarcarlo le dichiarazioni dei due. Per entrare nell'alleanza con Air France e Klm, Alitalia, ha detto infatti Mengozzi, «deve essere privatizzata o anche il suo azionista di maggioranza deve accettare di lasciarsi diluire come farà il Tesoro francese nell' operazione Af-Klm». Questa opzione, ha poi aggiunto, fa riferimento «a quanto fatto da Air France con la discesa del Tesoro francese in minoranza attraverso un'operazione di diluizione». Bonomi invece ha dichiarato che la privatizzazione del vettore italiano «è un fatto necessario». Il problema rimane sui tempi. «Ora siamo ad inizio percorso» ha ribadito il presidente. In attesa di un piano industriale, alla Camera ieri si è parlato anche degli eventuali esuberi. Secondo il vice ministro ai Trasporti, Mario Tassone, «gli esuberi devono essere eventualmente una conseguenza, un'eventualità».