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Alitalia, governo diviso sulla privatizzazione

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Altolà di Maroni: «Con questo piano dimissione impossibile. Malpensa rischia il ridimensionamento

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Lo pensa il ministro del Welfare Roberto Maroni: «In presenza di questo piano di Alitalia - ha detto ieri il leghista - non credo che per ora si possa procedere con un Dpcm» per la privatizzazione della compagnia. Una dichiarazione forte che ha già sollevato polemiche anche all'interno della maggioranza. An in prima linea. La prima bozza del piano industriale di Alitalia non convince. Con quelle strategie, fa sapere Maroni, il vettore rischierebbe di perdere il salvagente. Ovvero quel tanto sospirato ingresso nell'accordo a tre con Klm e Air France. E le conseguenze sarebbero devastanti anche sul piano occupazionale. «C'é il rischio che tanti lavoratori di Alitalia - ha dichiarato Maroni - perdano il posto e che la compagnia aerea non riesca a rilanciarsi. E poi c'é anche il rischio che Malpensa diventi un aeroporto come tanti». Al momento - ha poi aggiunto - non sono in programma incontri con il governo perché quando c'é una crisi aziendale il primo incontro è fra azienda e sindacati. Il ministro interviene solo se richiesto dalle parti. Ma An gli sbarra la strada. Il responsabile trasporti di Alleanza Nazionale, Gigi Martini, si è apertamente schierato contro il ministro del Welfare. «La privatizzazione per Alitalia - ha detto - é una strada obbligata, tanto quanto un accordo di alleanza con altre compagnie europee. Se la Lega la pensa diversamente, si prenda la responsabilità delle sue decisioni". E il viceministro Urso afferma che sul decreto di privatizzazione «bisogna riflettere, ma bisogna farlo in fretta, evitando dilazioni». Martini ha rincarato la dose: «lo stesso amministratore delegato ha ammesso che l'alternativa è il fallimento".Sul piano politico, querelle a parte, sono due gli appuntamenti clou della settimana. Oggi l'amministratore delegato di Alitalia Francesco Mengozzi sarà ascoltato dalla Commissione Trasporti della Camera, mentre giovedì interverrà in commissione Lavori Pubblici a Palazzo Madama. Intanto i lavoratori di Alitalia «non sono disponibili a pagare il prezzo di scelte fallimentari del management che ossessionato dai costi, ripiega su se stesso e adotta una strategia priva di slancio e di prospettive». E' quanto hanno affermato ieri i sindacati che hanno firmato un documento in cui si respinge il piano industriale perché «appare contrassegnato da troppe incognite».

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