Telecom e Tim, il mercato aspetta la fusione

Si riuniranno infatti i consigli di amministrazione di entrambe: oggi tocca a quello della società di telefonia mobile, mentre domani si terrà quello della capogruppo presieduta da Marco Tronchetti Provera. In agenda l'esame dei conti dell'ultimo trimestre e quelli dei primi nove mesi. Questa è la parte ufficiale, prevista dall'ordine del giorno. In realtà, il mercato si attende delle prime indicazioni sull'eventuale fusione tra le due società, dopo le voci circolate durante la scorsa settimana. Secondo gli analisti finanziari, se l'operazione straordinaria fosse confermata, ne sarebbero avvantaggiati i soci della Telecom, poichè la Tim è il generatore di liquidità del gruppo telefonico. In una suo recente rapporto, la banca d'affari americana Morgan Stanley si sbilancia molto riguardo alla possibile fusione. Per gli analisti d'oltreoceano l'operazione potrebbe essere conclusa entro il maggio del 2004, quando si svolgeranno le assemblee degli azionisti. Gli esperti della banca d'affari scrivono in un report che «esiste un'alta possibilità che la catena di controllo di Telecom sia ristrutturata con un'operazione che coinvolga anche Tim». L'iniziativa avrebbe, tra le varie motivazioni addotte da Morgan Stanley, quella di riconquistare da parte del management di Telecom la piena fiducia del mercato dopo le incomprensioni seguite alla ristrutturazione della scorsa primavera. Gli analisti della banca d'affari ritengono che il gruppo di Tronchetti Provera abbia diverse possibilità per sospingere in alto il valore delle azioni: la conversione delle azioni risparmio, il riacquisto di Telecom Italia Media, alla scalata su Tim. Ma le prime due operazioni finirebbero per esercitare uno scarso impatto sui conti di Telecom e soprattutto di Olimpia, mentre un'opa di Telecom su Tim non darebbe la certezza alla società di telefonia fissa di riuscire ad ottenere la totalità delle azioni della controllata. Quindi secondo Morgan Stanley la strada più conveniente per Telecom sarebbe quella di varare una fusione con Tim. Gl analisti ritengono che il prezzo offerto agli azionisti della compagnia di telefonia mobile sarebbe del 20% inferiore alle attuali quotazioni. I soci Tim sarebbero ricompensati dalla modesta offerta con l'aumento di valore delle nuove azioni Telecom possedute. Per Morgan Stanley, il valore effettivo dopo la fusione delle Telecom sarebbe di 2,85 euro anzichè di 2,5 euro. Inoltre il controllo di Olimpia (la cassaforte di Tronchetti e Benetton che controlla Telecom) sulla nuova società Telecom-Tim scivolerebbe dall'attuale 14,2% al 9,5% circa.