Fisco, allarme da cartelle pazze
La nuova ondata di richieste di pagamento partono da Venezia e sarebbero relative ai redditi del 1999 con sanzioni pari al 2445%. Lo rivela Il segretario generale di Flp-Usaem Marco Carlomagno, che avverte: "Le lettere sono più di un milione ma siamo solo all'inizio". Carlomagno punta l'indice contro il "continuo reiterarsi di queste inutili vessazioni che minano la fiducia tra cittadini, amministrazione dello Stato e lavoratori, i quali oltre a sobbarcarsi responsabilità non proprie, producono dei carichi di lavoro tanto enormi quanto non produttivi per la Pubblica Amministrazione generando, in modo indotto, danni all'erario". Carlomagno ammonisce chiunque riceva una richiesta di pagamento fiscale di questo tipo a non pagare. Il problema riguarderebbe, oltre ai semplici contribuenti, anche le società: "Una cartella indirizzata ad una Spa - spiegano dal sindacato - chiede il versamento di 455.000 euro. La somma si riferisce al modello Unico 2000 (redditi 1999) e, in particolare, all'Iva ed evidenzia un mancato versamento di 17.700 euro. A fronte del mancato versamento, la sanzione inflitta risulta di euro 433.228,38 cioè pari a circa il 2.445% del versamento omesso". La denuncia è sostenuta anche dall'Associazione Contribuenti Italiani con lo sportello del contribuente, secondo la quale dietro al fenomeno delle cartelle pazze "si nasconde una manovra Finanziaria occulta in quanto, cifre alla mano, o il contribuente paga la sanzione ingiusta oppure per dimostrare la propria estraneità deve comunque sborsare almeno 20,66 euro per marche da bollo. Se queste cifre le moltiplichiamo per i milioni di avvisi pervenuti ai cittadini, il conto è presto fatto". Ma l'Agenzia delle Entrate replica: «Se ci sono errori sono limitati, certo non ci saranno milioni di cartelle pazze e, comunque, procederemo all'annullamento». Antonio Iorio, responsabile delle relazioni esterne delle Entrate spiega intanto che un rischio potrebbe essere determinato dal fatto che nel '99 non funzionava il modello F24 «e questa potrebbe essere una fonte di errori perchè non c'era un controllo automatico». Ma, sottolinea ancora, «nel 2000 esisteva già un filtro, ovvero gli avvisi preliminari». Ovvero c'era un sistema di controllo telematico, ma se risultavano irregolarità veniva inviata una lettera ai contribuenti che regolarizzavano o meno la propria situazione. Inoltre Iorio fa notare che »dai nostri call center non risultano telefonate e lamentele sul '99. E se ci fossero milioni di cartelle, credo lo avremmo già saputo«.