Ue, peggioramento del deficit in 14 Paesi
Questo è uno dei moniti che la Commissione Europea rivolge all'Italia nelle sue «previsioni economiche d'autunno», in cui si conferma, peraltro, una perdita di competitività internazionale del nostro Paese. Pur preannunciando una ripresa economica in Italia già dalla fine del 2003, la Commissione di Bruxelles avverte inoltre che, allo stato attuale, il nostro tasso di crescita rimarrà inferiore a quello dell'area dell'euro anche nei prossimi due anni. Commentando le sue previsioni economiche per l'Italia, la Commissione europea esprime «incertezze» sugli effetti dei provvedimenti una tantum che costituiscono circa due terzi della manovra collegata alla Finanziaria del governo Berlusconi per il 2004. Nella stima del nostro deficit pubblico per l'anno prossimo (pari al 2,8% del Pil), l'Esecutivo dell'Ue ha, però, straordinariamente considerato questi provvedimenti, calcolandone un «impatto totale» benefico equivalente all'1% del Pil. «In Italia - ha però ammonito il commissario europeo, Solbes - c'è il rischio di superare il 3% del rapporto deficit-Pil, soprattutto nel 2005, a politiche invariate». La Commissione prevede, infatti, che il disavanzo pubblico italiano raggiunga tra due anni il 3,5%, oltrepassando quindi il limite imposto dal Patto di stabilità. «Siamo molto attenti a ciò che succede in Italia» ha perciò detto lo stesso Solbes, seppur escludendo «per il momento» un avvertimento («early warning") della Commissione al nostro Paese per il suo deficit quasi eccessivo o per il suo elevato debito pubblico.I problemi delle finanze pubbliche non riguardano, d'altronde, soltanto l'Italia. Oltre al nostro Paese, che secondo la Commissione avrà quest'anno un deficit del 2,6%), Solbes ne ha indicati altri tre (Olanda, Portogallo e Gran Bretagna), i cui disavanzi nel 2003 si avvicineranno al 3%. Questa soglia sarà ancora una volta ampiamente superata da Germania e Francia. Una difficoltà più specifica del nostro Paese è, invece, il modesto ritmo di crescita economica, previsto dello 0,3% alla fine di quest'anno, dell'1,5% nel 2004 e dell'1,9% nel 2005. Solbes ha riconosciuto che anche «il potenziale di crescita dell'Europa resta basso, e per questo saranno necessarie ulteriori riforme strutturali». Tuttavia l'incremento del Pil italiano permarrà minore di quello della zona dell'euro, stimato dell'1,8% l'anno prossimo e del 2,3% nel 2005. «La graduale ripresa dell'economia nel 2003 - si legge comunque nelle previsioni della Commissione sull'Italia - continuerà e guadagnerà forza supplementare nei due anni successivi. Questa ripresa sarà presumibimente trainata in gran parte dalla domanda interna, poiché le spese per investimenti crescono in modo progressivo, accanto a una costante espansione dei consumi privati, a un'inflazione in lento calo (dal 2,8% di quest'anno al 2,3% nel 2004, all'1,9% nel 2005) e dalla creazione di posti di lavoro».