Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di LUIGI FRASCA CON il via libera dalla conferenza dei servizi, l'Enel riceve lo start ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Si avvia così la prima tappa fondamentale della nuova era, fortemente voluta dall'amministratore delegato Paolo Scaroni, che punta ad una diversificazione dei combustibili per ridurre la dipendenza dall'oro nero, i costi di produzione e, in prospettiva, quelli delle bollette e anche a scongiurare altri black out. Insomma, l'Italia non dovrebbe più rimanere al buio, anche grazie a questo progetto. L'obiettivo principale, quello contenuto nel piano industriale della spa elettrica, dovrebbe vedere, a breve, trasformare complessivamente 10 mila mw, tra carbone, ciclo combinato (4.400 mw) e orimulsion per arrivare, nel 2007, ad una contrazione del peso del greggio dall'attuale 45% al 3% sulla produzione del gruppo. Il progetto di riconversione della centrale di Civitavecchia prevede, in particolare, la trasformazione a carbone di poco meno di 2 mila mw: tre cioè dei quattro gruppi da 660 mw ciascuno ed un ulteriore miglioramento delle procedure di trattamento delle emissioni per ridurre in maniera più consistente l'impatto ambientale. «Le emissioni di anidride carbonica (Co2) saranno infatti abbattute del 17,8% quelle di anidride solforosa dell'82,2%, gli ossidi di azoto (Nox) saranno abbattuti del 60,8% mentre le polveri registreranno una riduzione del 73,6%». E, ancora, sul fronte ambientale il gruppo ricorda che al posto degli attuali serbatoio per l'olio combustibile «sorgerà un bosco da 40 ettari che sarà uno dei polmoni verdi più grandi dell'area» Il progetto proposto prevede un investimento nell'ordine di 1,2 miliardi di euro e avrà - secondo quanto annunciato dall'Enel - «un significativo impatto sull'occupazione locale: i 60 mesi di cantiere necessari alla realizzazione della centrale assorbiranno forza lavoro media di circa 1600 persone. La Provincia, però non è d'accordo. «Si è preferito andare contro la volontà e la salute dei cittadini e delle comunità», afferma il presidente Enrico Gasbarra. «Chi ha preso la decisione - spiega Gasbarra - non ha ritenuto opportuno ascoltare quanto da tempo ci chiedono i cittadini, che vedono a rischio la propria salute ed il proprio ambiente. La nostra amministrazione si è opposta fin da subito a questa riconversione».

Dai blog