Mediobanca, la Borsa è sempre più avara

Dall'edizione 2003 di «Indici e dati relativi ad investimenti in titoli quotati», il più antico rapporto prodotto dall'ufficio studi di Mediobanca, emerge che i mercati finanziari molto più rischiosi di un tempo: solo pochi listini, come quello statunitense, garantiscono alla lunga guadagni mentre le borse più piccole come Piazza Affari si rivelano lontane da garantire qualche soddisfazione. Chi ha puntato 1 euro a gennaio 2002 negli ultimi 18 mesi (i dati sono aggiornati a fine giugno, ma possono valere fino a oggi perchè i corsi sono rimasti sostanzialmente invariati) su ben 181 società quotate all'Mta (Mercato telematico azionario) si è trovato in mano meno di quanto ha investito, mentre solo 104 titoli sono risultati in utile (indice superiore a 1). E fra le società che hanno offerto un rendimento (senza contare i dividendi) non compare nessun gruppo del Mib30. Per trovare le migliori bisogna guardare alle piccole: Actelios, quotata da febbraio 2002, (indice 3,55), seguita da Enertad (3,23), Smurfit Sisa (2,72) e Merloni (2,19). Lo stesso vale per le peggiori: Vemer (0,07), Giacomelli (0,13), Lazio (0,18) e Stayer (0,2). Da dimenticare il Nuovo Mercato dove solo 4 titoli su 45 superano il valore 1 e dove a far mettere le mani nei capelli agli investitori ci pensano, più degli altri, Chl (0,12), Opengate (0,14) e Tecnodiffusione (0,15). Quanto alle maggiori società il rendimento medio annuo, considerando questa volta i dividendi distribuiti, è negativo sia nel 2002 (-13,9%) che nel 2001 (-19,4%) e supera i titoli di stato dell'11,5% se si risale al 1984 (21,1% contro 9,6%) e del 2,5% (7% contro 4,5%) se si considerano gli ultimi quattro anni e mezzo. Sempre contando i dividendi a segnare il peggior rendimento medio annuo negli ultimi 18 mesi è Alitalia (-61,75), con Fiat (-48,9%) e Ifil (-45%) mentre ha premiato gli azionisti Autostrade (40,4%). L'andamento sfavorevole dell'economia e della Borsa non impedisce alle aziende italiane quotate, di distribuire ricchi dividendi: nel complesso l'anno scorso 16,9 miliardi di euro, secondo massimo storico dopo i 18,5 miliardi resi al mercato nel 2001. C'è un risveglio degli aumenti di capitale. Nei primi sei mesi del 2003 l'importo delle ricapitalizzazioni (4.367 milioni) è stato maggiore all'intero 2002 e al 2001.