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Iraq, per la ricostruzione pronti 33 miliardi di dollari

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Non sono i 56 miliardi di dollari calcolati come necessari fino al 2007, ma 18,5 miliardi, cui si aggiungono i 20,3 destinati dagli Usa al Fondo per lo sviluppo dell'Iraq. A conti fatti, c'è quel che serve per andare avanti fino a fine 2004: 33 miliardi di dollari, secondo la cifra fornita a fine conferenza dallo spagnolo Rodrigo Rato. Cantano vittoria il governo spagnolo, che ha organizzato questa due Conferenza dei donatori, l'Onu che ha messo tutto il suo peso nel chiedere alla comunità internazionale di aprire i cordoni della borsa, il governo provvisorio iracheno, ma soprattutto gli Stati Uniti, che finora hanno dovuto sosenere da soli l'immane spesa del dopoguerra iracheno. L'Italia è stato, in percentuale, il paese più generoso: oltre al 14% degli 826 milioni di dollari (700 milioni di euro) messi a disposizione dall'Unione Europea, e ai costi dell'intervento militare in iRaq (230 milioni di euro a semestre) il governo di Roma ha previsto un contributo aggiuntivo di 235 milioni di dollari. »Oggi, il governo italiano ha il piacere di annunciare un contributo aggiuntivo di 200 milioni di euro da stanziare nei prossimi anni«, ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini: »In più, nel 2004 il governo italiano cercherà di ottenere la conferma del suo contributo militare«. Non a caso, dopo l'Italia, il maggior contributo europeo è venuto dalla Spagna, altro alleato di ferro degli Stati Uniti e organizzatore della Conferenza: 254 mln di euro in aiuti economici, di cui una parte a fondo perduto, fino al 2007. Il più generoso di tutti, Usa e Gran Bretagna esclusi in quanto potenze occupanti, è stato il Giappone, che ha stanziato 5 miliardi di dollari, anche se in gran parte in prestiti. Ma la vera sorpresa è stata l'Iran, che ha messo a disposizione dell'ex-paese nemico crediti per 300 milioni di dollari e l'uso dei suoi terminali petroliferi per esportare il greggio iracheno. I paesi arabi del Golfo hanno donato a loro volta quasi 5 miliardi di dollari, il Canada 220 milioni. Le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea alla Banca Mondiale al Fondo Monetario, hanno messo poi a disposizione circa altri 10 miliardi di dollari.

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