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COMMERCIO IN CRISI

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Frenano i consumi, i piccoli negozi alle corde

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A pagarne le conseguenze sono i prodotti non alimentari, in primis calzature e abbigliamento, e i piccoli esercizi. Ad agosto, segnala l'Istat, le vendite sono calate dello 0,3% rispetto al mese precedente e dello 0,6% rispetto ad agosto 2002. Il risultato peggiore da gennaio di tre anni fa e il primo da marzo dello stesso anno. In pratica gli italiani comprano di meno e negli esercizi dove pensano di risparmiare. Le vendite dei prodotti alimentari sono aumentate del 2,6% su agosto 2002, mentre le vendite dei prodotti non alimentari sono scese del 3,1%. La stessa dinamica è riscontrabile anche in termini congiunturali: per gli alimentari +0,1%, mentre i prodotti non alimentari sono diminuiti dello 0,8% rispetto a luglio. A soffrire di più sono stati soprattutto i piccoli esercizi. La flessione tendenziale dello 0,6% delle vendite totali deriva infatti da un incremento del 2,9% per la grande distribuzione e da un calo del 3,2% per le imprese operanti su piccole superfici. All'incremento della grande distribuzione hanno contribuito gli hard discount (+4,3%) seguiti dagli ipermercati (+3,4%) e dai grandi magazzini (+3,2%). La flessione più marcata ha riguardato quelli che l'Istat identifica come altri prodotti (-5,1%), seguiti da calzature e articoli in cuoio (-4,7%) e abbigliamento e pellicceria (-3,9%). Le diminuzioni più contenute hanno invece riguardato l'informatica, le telecomunicazioni e giochi e sport (-1,5% per entrambi i gruppi). Nei primi otto mesi del 2003 il valore delle vendite totali è aumentato del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2002. L'incremento è stato più elevato nella grande distribuzione (+5,1%) che nelle imprese di piccola superficie (+0,4%). La crescita del valore delle vendite di prodotti alimentari è stata anche negli otto mesi più sostenuta rispetto a quella dei prodotti non alimentari (+4,9% contro +0,5%). Tra gennaio ed agosto 2003 l'unica categoria a registrare una flessione è stata quella delle calzature e articoli in cuoio (-0,4%). Fra il calo degli ordini all'industria e il crollo delle vendite al dettaglio, l'economia italiana è «sull'orlo della recessione» e anche nel secondo trimestre il Pil italiano resterà sotto zero. Il presidente di Confcommercio Sergio Billè commenta con preoccupazione il dato dell'Istat. Della stessa opinione il presidente della Confesercenti Marco Venturi, che sottolinea «una tendenza fortemente negativa per le piccole imprese»; la flessione del 3,2% delle vendite della piccola distribuzione è dovuta essenzialmente "ad un andamento negativo dell'economia italiana".

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