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ALLARME DELLA CIA

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Con la moneta unica fare la spesa costa 77 euro in più

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Secondo un'indagine della Cia-Confederazione italiana agricoltori, euro, siccità, gelate, alluvioni, tagli alla produzione agricola nazionale, speculazioni, rincari nella stragrande maggioranza delle volte ingiustificati dei prezzi dei prodotti agroalimentari, sono costati salati agli italiani. In ventidue mesi, da quando è entrata in vigore la moneta unica, ogni famiglia ha speso in più 1.694 euro per la spesa alimentare, in pratica 77 euro in più al mese rispetto a quanto si spendeva fino al 2001. Un aumento medio che si è andato accentuando negli ultimi sei mesi, con vere e proprie impennate dei prezzi. Nel 2002 la spesa alimentare in Italia è stata pari a 116 miliardi di euro, 468 euro per ogni famiglia al mese e 168 euro per ogni cittadino al mese. Cifre che, segnala la Cia, sono destinate a crescere proprio per effetto dei rincari registrati soprattutto nell'ultimo semestre del 2003. La spinta maggiore è venuta dai prodotti ortofrutticoli, i cui acquisti incidono per il 18,1% nella spesa alimentare degli italiani. I rincari sono stati abbastanza articolati e hanno contraddistinto un pò tutte le coltivazioni. I consumatori si sono trovati davanti aumenti medi del 15%, con punte per alcuni prodotti che hanno superato abbondantemente il 50% (zucchine, fagiolini, pomodori, radicchio, albicocche, pesche). Anche a causa di questi incrementi, gli italiani hanno diminuito i consumi di frutta e verdura (tra il 10 e il 12% nei primi dieci mesi del 2003). Nonostante ciò, la spesa quotidiana ha subito un aumento in termini monetari. Nel settore della carne gli aumenti sono stati poco al di sopra del tasso d'inflazione, mentre per pane, pasta, latte e formaggi gli incrementi hanno oscillato dal 5 all'8%. Un aumento del 2,6% si è avuto per il pane e per tutti i prodotti derivati dai cereali, dell'1,7% per latte e formaggi, dell'1,2% per le uova. Un leggerissimo incremento (0,3%) si è registrato per la carne bovina.

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