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«La Fiat si salverà rispettando il piano di ristrutturazione»

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Lo ha detto ieri Umberto Agnelli, presidente del Lingotto, in occasione della conferenza del Business Group Italia-Giappone, tenutosi a Tokyo. Per far capire che la possibilità di salvare il più grande gruppo automobilistico italiano non è remota, Agnelli ha ricordato il salvataggio, qualche anno fa, della Nissan. «Un altro miracolo come quello della Nissan è possibile - ha affermato Agnelli -: l'incredibile successo del piano di salvataggio della casa automobilistica giapponese Nissan nella seconda metà degli anni '90. Ma non nei tempi della Nissan, che in un anno è uscita da una crisi paurosa. La Fiat in un anno non ce la farà. Ci vorrà più tempo. E poi non dimentichiamo che la Nissan ha avuto un aiuto totale dal sistema». «Un invito all'ottimismo seguito da alcune precisazioni. La Fiat - ha continuato il presidente della casa torinese - non farà uso nel 2004 del diritto di vendere la sua quota alla General Motors previsto dagli accordi con la casa americana». Infatti, ha precisato Agnelli, non sarebbe in programma nessun incontro con il presidente della Gm Ted Wagoner (che si trova, come Agnelli, a Tokyo per il Salone internazionale dell'auto che aprirà i battenti il 25 ottobre). Il presidente della Fiat ha ricordato che il prossimo 8 dicembre terminerà lo stato di crisi proclamato per il gruppo: «Questo è un fatto estremamente positivo, che non cambia comunque la necessità di rispettare la tabella di marcia del piano di ristrutturazione». Poi il numero uno di Fiat ha precisato «che in termini generali gli investimenti giapponesi sono i benvenuti». Ciò detto, l'industria automobilistica in Europa ha già un 25% di sovracapacità produttiva. E mentre da Tokyo giungevano le dichiarazioni di Agnelli sul futuro della Fiat, a Torino ieri, nel corso di un direttivo dei metalmeccanici, il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, ha detto: «La Fiat deve rimettere in discussione l'accordo con Gm e trovare un nuovo partner internazionale, meglio se europeo, con il quale ridefinire un diverso piano industriale».

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