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CRESCONO I TEMPI MORTI DELL'OCCUPAZIONE

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Un'ora per andare in ufficio

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Il 55% ci mette più di mezz'ora per raggiungere il posto. Considerando anche i tempi di ritorno, quindi, ogni giorno si perde oltre un'ora per gli spostamenti casa-lavoro e viceversa. Questi i risultati di uno studio del Censis per Italia Lavoro, l'agenzia tecnica del ministero del Welfare per le politiche attive dell'occupazione. E se questa è la media nazionale, nelle grandi metropoli la percentuale di chi impiega più di un'ora per percorrere il tragitto casa-lavoro e ritorno si impenna fino al 75%. Praticamente tre cittadini su quattro. All'allungamento dei tempi, si accompagna una crescente disaffezione verso i mezzi pubblici. Otto lavoratori su dieci (78,2%), infatti, usano la macchina o la moto per i propri spostamenti. I mezzi pubblici, preferiti nel '98 dal 13,4% della popolazione, nel 2001 sono scelti appena dall'11,9% dei lavoratori. Preoccupato Natale Forlani, amministratore delegato di Italia Lavoro, che avverte: «Una cattiva gestione dei tempi di spostamento provoca scoraggiamento e disagio nei lavoratori». La maggioranza degli italiani perde, dunque, più di un'ora al giorno per raggiungere il luogo di lavoro. Un dato che si accompagna all'allarme lanciato dall'Inail sul boom degli infortuni cosiddetti in itinere (quelli, cioè, che avvengono nel tragitto casa-lavoro). Secondo l'Istituto, negli ultimi quattro anni questo tipo di infortuni sono quasi triplicati, arrivando alla cifra record di ben 58.309 sinistri denunciati nel solo 2002. E se l'Inail ricollega il fenomeno agli effetti del riconoscimento (avvenuto nel 2000) dell'infortunio in itinere come infortunio di lavoro, per il sociologo Franco Ferrarotti, invece, la causa è da individuare «nell'uso sempre più frequente dell'auto o del motorino».

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