NELL'INCHIESTA SULLA CIRIO
Anzi. La famiglia Cragnotti è nel mirino della procura romana per presunte irregolarità nella gestione della società. L'ex patron della Lazio, Sergio Cragnotti, i figli Elisabetta, Andrea e Massimo sono tutti indagati con l'accusa di bancarotta fraudolenta. E non solo. Nella lunga lista presente sul «modello 21» anche i principali amministratori del gruppo, come Filippo Fucile, direttore finanziario di Cirio e genero dell'ex presidente della squadra bianoceleste, il vicepresidente Paolo Micolini, personaggio noto nel mondo agricolo, poiché è stato anche presidente della Coldiretti negli anni '90, Ettore Quadrani e Ernesto Chiacchierini, entrambi consiglieri. Una decisione quella dei pubblici ministeri Tiziana Cugini e Gustavo De Marinis, coordinati dal procuratore agguinto Achille Toro, arrivata in seguito all'esame dei documenti riguardanti gli ultimi cinque anni di attività della società. Sulle scrivanie dei magistrati sono infatti arrivati da pochi giorni i risultati delle consulenze contabili, bancarie e finanziarie rischieste dalla procura romana. Accetamenti che hanno inoltre convinto i sostituti procuratori a far salire fino a 23 il numero degli indagati. Scelta che i magistrati hanno preso dopo aver verificato la presenza di operazioni finanziarie fittizie e non giustificate sul piano industriale. Il tutto, secondo la procura, per tenere nascosti passaggi di pacchetti azionari e di crediti e prestiti da una società all'altra del gruppo Cirio. E proprio dopo la lettura dei verbali del Cda i pm hanno deciso di puntare il dito contro i nuovi indagati: fino ai primi d'ottobre infatti nel guai risultava esclusivamente Sergio Cragnotti. Le indagini, che fanno riferimento al periodo che va dal'97 al 2002, sono partite dopo le numerose querele presentate da diversi obbligazionisti a causa della mancata corresponsione di un «bond» da 150 milioni di euro da parte della società. «Il dottor Sergio Cragnotti, pur non essendo stato raggiunto finora da avviso di garanzia e non conoscendo, quindi, le accuse rivoltegli, ha deciso di presentarsi spontaneamente alla procura della Repubblica per rendere dichiarazioni capaci di far luce sui fatti e depositare un'articolata memoria». Parole pronunciate dai difensori dell'ex patron della Lazio, gli avvocati Giulia Bongiorno, Franco Coppi e Ugo Longo. I pm vogliono infine tentare di capire l'effettivo ruolo ricoperto, dietro un'apparente carica societaria, da alcuni personaggi che risulterebbero vicini alla famiglia Cragnotti. Pur essendo diversi gli anni all'attenzione della procura i magistrati avrebbero verificato che a rotazione, a far parte dei diversi consigli, sono state quasi sempre le stesse persone. L'inchiesta si annuncia dunque complessa: al vaglio dei magistrati, infatti, ci sarà anche la posizione delle banche con riferimento soprattutto all'emissione dei Bond.