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La società sportiva deve far fronte ai 37,5 milioni di versamenti per l'iscrizione al campionato

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La crisi finanziaria della società calcistica è venuta allo scoperto e ieri la situazione è precipitata. La società di revisione Grant-Thornton incaricata della certificazione del bilancio ha sospeso il giudizio. La spiegazione: «le incertezze sulla situazione finanziaria e la continuità aziendale, nonchè il differimento a futuri esercizi delle svalutazioni dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori». La Roma ha risposto che correrà ai ripari con un piano finanziario di risanamento e riducendo gli ingaggi dei calciatori. Termina in questo modo una giornata ad alta tensione cominciata con la sospensione del titolo della Roma in Borsa. È apparso subito chiaro agli operatori che il problema era nel bilancio della società. In serata, a mercati chiusi, è arrivata la conferma. La società di revisione punta il dito sul bilancio della società. Secondo la Grant-Thornton nel bilancio dell'As Roma non sono indicati i termini dell' ulteriore ricapitalizzazione (oltre a quella da 37,5 milioni di euro prevista entro il prossimo 31 dicembre). Non solo. La società non tiene conto di un altro fatto: se il debito con l'Agenzia delle Entrate per mancato versamento delle ritenute Irpef e Iva non viene pagato entro il 3 novembre, la sanzione diventa del 30%, «con un aggravio al conto economico e al patrimonio netto di circa 11 milioni». Per la Roma potrebbe aprirsi anche un fronte europeo. I conti della società sono entrati nel mirino della Commissione europea che ha profilato l'ipotesi di aiuti di Stato per quanto riguarda il differimento a futuri esercizi delle svalutazioni dei diritti pluriennali delle prestazioni sportive dei calciatori. Su questo Bruxelles avrebbe aperto un'indagine di cui non si conosce ancora l'esito. La Grant-Thornton arriva pertanto alla conclusione che «l'assorbimento di tali costi capitalizzati nei futuri esercizi dipenderà dall'effettivo realizzarsi delle attese reddituali e finanziarie del gruppo». Insomma tutto dipenderà da come la società saprà risanarsi. Per correre ai ripari la A.S. Roma ha comunicato che verrà predisposto un piano di ristrutturazione. Punto primo: la ricapitalizzazione entro il 31 dicembre 2003 per far fronte anche ai 37,5 milioni di euro di versamenti per l'iscrizione al campionato. I versamenti che partono da 37,5 milioni potrebbero essere anche «di entità maggiore». Il piano prevede poi la trasformazione dei debiti da breve a medio lungo termine con l'accensione di un mutuo ipotecario; la rateizzazione del pagamento dei debiti tributari pregressi e «una riduzione concordata e consensuale degli ingaggi» dei tesserati. Quanto ai calciatori si prevedono anche operazioni di «trading». Il presidente Sensi ha subito messo in chiaro che non c'è alcuna intenzione di vendere la società mentre il direttore sportivo Baldini ha detto che quella di vendere i giocatori «è solo una delle ipotesi».

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