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Stanca, sull'innovazione anni di ritardi da colmare

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Ma «c'è un ritardo di molti anni da colmare». Tuttavia, le proposte alternative a quelle dell'esecutivo «sono ben accette, ma vanno accompagnate anche dalle indicazioni su come reperire le risorse necessarie». Ad affermarlo è il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca nel suo intervento al convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria a Capri. L'azione del Governo sul fronte dell'innovazione tecnologica, ha sottolineato Stanca, «si sviluppa lungo un percorso coerente, legittimato anche dai risultati del recente Rapporto su innovazione e tecnologie digitali. Ma c'è un ritardo di molti anni da colmare ed i cambiamenti in atto sono grandi, strutturali, richiedono molto tempo e non sono pienamente visibili nell'immediato». Concordo pienamente con il presidente dei Giovani Imprenditori, «quando sostiene che il rilancio dell'economia italiana ha come strada obbligata quella dell'innovazione tecnologica» ma, ha precisato, «l'azione del Governo è limitata dai vincoli imposti dall'Ue oltre che dal ciclo negativo della congiuntura internazionale». Il Rapporto Innovazione e Tecnologie Digitali, ha sottolineato Stanca, «è non solo una fotografia ma anche un'analisi delle opportunità offerte dalla politica dell'innovazione». Una radiografia da cui emerge un «analfabetismo informatico» che interessa 2/3 degli italiani, ma dal quale «affiora pure la difficoltà che le imprese hanno nell'investire in innovazione tecnologica digitale». Ed è dai risultati del check-up e dalle potenzialità delle imprese, che parte «l'impegno del Governo per delineare un percorso coerente, ragionato e responsabile sulla strada dello sviluppo mediante la leva dell'innovazione tecnologica e, in particolare, di quella digitale, rimasti tra i principali strumenti in grado di sostenere la competitività del Sistema Paese». Il Piano Innovazione Digitale nelle imprese, è stato varato con il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, «proprio per rafforzare l'innovazione nei settori del made in Italy attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione al fine di migliorare la produttività e, conseguentemente, la competitività; sostenere lo sviluppo di selezionati settori hi-tech; ridare attrattività al nostro Paese creando un ambiente favorevole a Ricerca&Sviluppo e innovazione; favorire il trasferimento tecnologico dalla ricerca pubblica alle imprese».

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