A Capri non si fa vedere nessun candidato alla successione di D'Amato

Complice una spendida giornata di sole che invitava più al salotto che alla serietà del convegno, i giovani hanno dato fiato ai vari "si dice" sul dopo D'Amato. Tant'è che quando il presidente ha fatto la sua apparizione nel giardino davanti alla sala del convegno, se non fosse stato per il solito nugolo di cineoperatori e di giornalisti, sarebbe passato inosservato. Insomma il cicaleccio tra un aperitivo e un gelato è stato serrato per tutto il pomeriggio. Ma forse ad alimentare di più le voci è stata l'assenza totale di quelli che in questi giorni vengono indicati come i possibili candidati alla presidenza confindustriale. Assenti più o meno giustificati Guidalberto Guidi, Nicola Tognana, Giancarlo Cerutti e Luca Cordero di Montezemolo. Eppure alcuni di loro fino a pochi giorni fa avevano assicurato la loro presenza. In prima fila, attento fino all'ultimo intervento, si è visto solo Francesco Averna, ma lui non è mai stato tirato in ballo nel totonomine. Presenti pure il presidente della piccola impresa Bellotti e il direttore generale Parisi che hanno dribblato qualsiasi domanda sulla successione. Che l'assenza dei "protagonisti" sia stata una mossa decisa a tavolino per non offrire sponda ad altre illazioni o sia del tutto casuale, fatto sta che la corsa alla successione di D'Amato è continuata a Capri anche senza di loro. Così quando le agenzie di stampa hanno battuto la notizia che Nicola Tognana ha ventilato l'ipotesi di mettersi in pista, uscendo allo scoperto dopo settimane di silenzio, i commenti si sono scatenati anche perché fino a quel momento il nome che più circolava tra i giovani era quello di Montezemolo. Il numero uno della Ferrari rappresenterebbe, a detta di molti, il punto di equilibrio tra le diverse anime della Confindustria. Sarebbe in grado di conciliare le esigenze della "vecchia guardia" confindustriale, ovvero i poteri forti, i big dell'economia, con le richieste dei settori industriali emergenti. «Montezemolo ha quell'aria da eterno ragazzo che ispira fiducia e ottimismo» dice un giovane erede di un'impresa tessile e confida: vogliamo aria nuova in Confindustria. Un modo per affermare che questa volta anche i giovani vogliono avere voce in capitolo. Ed è quello che tra le righe la presidente Artoni ha fatto intendere. Lei ha nove voti che pesano circa il 10% del totale e non intende regalarli a nessuno. Questa volta chiunque sia, il presidente dovrà fare i conti anche con le giovani leve. L. D. P.