Alitalia, giro di vite sugli esuberi
È previsto per quella data, infatti, il board della compagnia chiamato a valutare la firma dell'accordo tra Air France e Klm, che dovrebbero svolgere nello stesso giorno i propri cda. Ma i riflettori in questi giorni sono puntati sulle mosse che l'azionista di maggioranza di Alitalia si appresta a compiere sul fronte della privatizzazione, che è la conditio sine qua non per salire a bordo, anche se soltanto alla seconda fermata, dell'alleanza franco-olandese. E, sottolineano fonti industriali, ai piani alti della Magliana si aspetta ad horas la presentazione del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri. Secondo alcune indiscrezioni, il dpcm, potrebbe arrivare sul tavolo di Palazzo Chigi venerdì prossimo, ma, al momento, non ci sono conferme. Una volta approvato dal Consiglio dei ministri, il decreto che consentirà di far scendere il Tesoro sotto la soglia del 50%, dovrà passare al vaglio, per un parere non vincolante, delle competenti commissioni parlamentare per poi tornare a Palazzo Chigi per il varo definitivo. In attesa della fumata bianca del Governo, già si parla della regia della futura privatizzazione, che vedrebbe Mediobanca in pole position per assumere l'incarico di advisor per assistere la compagnia e l'azionista nell'operazione. Ma, intanto, Alitalia deve procedere all'attuazione del nuovo piano industriale, le cui linee guida sono state approvate il 12 settembre scorso. Linee guida che, come più volte hanno sottolineato il presidente Giuseppe Bonomi e l'amministratore delegato Francesco Mengozzi, ora dovranno essere «implementate». Il principale nodo, sul quale è puntata l'attenzione dei sindacati, è quello degli esuberi. Il piano li definisce «inevitabili» ma non li quantifica e voci parlano di una forbice che va dalle 2 alle 4 mila eccedenze d'organico. Come annunciato da Mengozzi, l'esatta cifra verrà resa nota a metà mese.