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Supereuro e petrolio schizzano alle stelle

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La moneta unica supera di nuovo quota 1,17 dollari su voci di una svalutazione della divisa Usa

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Ieri al mercato di New York, il greggio qualità Brent ha sfiorato i 31 dollari al barile, aumentando in modo consistente rispetto alle quotazioni di venerdì scorso (27,85 dollari), chiudendo in serata a intorno a quota 30,66 dollari. Invece l'euro ha sfondato nuovamente il muro di 1,17 dollari: già la scorsa settimana aveva valicato questo importante traguardo. La valuta unica ha raggiunto il massimo della seduta attorno a 1,1711: in questo modo è giunta ai livelli dello scorso mese di giugno. Sull'onda di questo scenario poco favorevole, dovuto alla debolezza del dollaro e ai timori di una recrudescenza dell'inflazione a causa dell'aumento del prezzo del petrolio, le borse internazionali hanno perso terreno. Infatti, sull'onda anche della prudente apertura di Wall Street, a Milano il Mibtel ha perso lo 0,53%, mentre Londra ha lasciato sul terreno lo 0,09%. Male anche Parigi, che ha perso lo 0, 46%, e Zurigo, in calo dello 0,80%. Il rialzo del petrolio è stato causato dai timori per lo sciopero proclamato in Nigeria a partire da giovedì prossimo per protestare contro il rialzo dei prezzi del carburante, ma anche per il persistente stato di tensione esistente in Medio Oriente. A ciò bisogna aggiungere la mancata spinta del quantitativo di greggio dall'Iraq, che non è arrivato ancora in modo consistente sui mercati. Inoltre bisogna considerare che l'Opec (l'organizzazione dei paesi produttori di petrolio) ha ridotto la produzione quotidiana a 24,5 milioni di barili. Ciò allo scopo di mantenere il prezzo nella fascia di 22-28 dollari. Bisognerà vedere se ci saranno mutamenti nella prossima riunione dell'Opec, in programma per il prossimo 4 dicembre. L'euro ha rialzato la testa dopo il positivo dato di venerdì scorso sull'occupazione negli Stati Uniti, che ha ridato fiato al dollaro. A dare benzina alle quotazioni della moneta unica sono state le dichiarazioni dell'ormai presidente uscente della Banca centrale Europea, Wim Duisenberg. Secondo il numero uno della banca, la svalutazione della divisa americana sarà inevitabile a causa del deficit record delle partite correnti del bilancio Usa. Ma l'euro si è avvantaggiato anche di quanto affermato dal capo economista della Bundesbank, Remsperger, che ha ipotizzato un 2004 decisamente positivo per l'economia tedesca.

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