Lavoro, continua la fuga dal Mezzogiorno
Negli ultimi 5 anni, ben 346mila persone hanno abbandonato il Meridione per cercare occupazione al Nord. E nell'arco dell'ultimo decennio, i residenti nel Sud sul totale della popolazione sono calati dal 36,2% del 1991 al 35,9% del 2002. Non si arresta, quindi, il fenomeno dell'emigrazione interna. Questi i risultati dell'ultimo rapporto della Svimez, che prende in considerazione l'andamento della mobilità sul territorio nazionale. Alla diminuzione della popolazione nel Sud, corrisponde una uguale crescita per quella del Settentrione che passa dal 63,8% del totale nel 1991 al 64,1% dell'anno scorso. La tendenza evidenziata dalla Svimez non accenna ad arrestarsi e rischia «di avere conseguenze negative sulle prospettive di sviluppo dell'area meridionale». Si riaffaccia, dunque, il tema della mobilità territoriale come strumento per affrontare l'emergenza occupazionale del Sud. Tuttavia, l'attuale ondata migratoria ha caratteristiche molto diverse, in quantita e qualità, da quella degli anni '50 e '60: i nuovi emigranti sono giovani, scolarizzati e con aspettative di vita e di lavoro che vanno ben al di là di un semplice salario. Per governare questo fenomeno, il ministero del Welfare ha avviato, da oltre un anno, il progetto Sud Nord Sud, affidato all'agenzia tecnica per le politiche attive, Italia Lavoro. Il progetto ha già rintracciato 2.800 giovani del Mezzogiorno disposti a fare esperienze lavorative al Nord.