ORTAGGI cari come ostriche (con aumenti del 9,3%), ma non solo: in un anno il prezzo del gas è aumentato ...
Questi, secondo i Consumatori indipendenti, alcuni dei principali incrementi registrati dall'Istat ad agosto 2003 rispetto all'anno precedente. Le cinque associazioni denunciano che «dal 2001 ad oggi gli ortaggi sono aumentati del 18,5% e la frutta del 15,1%, cioè più che nei 6 anni precedenti, nei quali gli incrementi si attestarono, rispettivamente, al 18,1% e al 14,6%». L'incremento più significativo tra agosto 2002 e agosto 2003 ha riguardato i servizi bancoposta (+26,7%), seguiti dai trasporti navali (20,8%) e dalle sigarette (+14,3%). Intanto il comitato tecnico per i prezzi dei beni e servizi del ministero delle Attività Produttive ha fatto una selezione di 80 beni di largo consumo, dalla quale verrà poi tratto il paniere da monitorare attraverso rilevazioni territoriali e su tutta la filiera. L'obiettivo, ha chiarito alla riunione del comitato il ministro alle Attività Produttive, Antonio Marzano, è fornire «informazioni omogenee e attendibili sul livello dei prezzi e sulla loro dinamica». Delusi i consumatori che si aspettavano di essere coinvolti nei sistemi di rilevazioni e attendevano misure concrete contro l'inflazione. Il comitato prezzi, istituito da marzano a gennaio, è costituito da diversi organismi, dall'istat ai consumatori, ai rappresentanti di commercianti e sindacati. L'ambizione del comitato non è quella di sostituirsi all'Istat. «Non forniamo misure dell'inflazione, l'inflazione - ha ribadito anche oggi il ministro marzano -se la misura l'istat». Il fine del comitato, ha precisato, è «raccogliere informazioni sui prezzi all'ingrosso e al minuto. Il vero problema sarà dare queste informazioni rapidamente». La prima selezione di beni include 22 prodotti alimentari, cinque prodotti per la casa, sette prodotti per la cura della persona e dieci del settore abbigliamento. All'esame del comitato sono anche i servizi di pubblica utilità. Marzano ha chiarito come non saranno monitorate solo le oscillazioni dei prezzi, ma anche le tendenze. «Per molti beni l'andamento è ciclico, altri registrano dei trend, in discesa oppure in ascesa». Marzano ha puntato il dito anche sulle «sensibili oscillazioni tra le varie città». Esemplificativo il caso delle mele: il prezzo minimo di un frutto va dai 0,41 euro di Padova ai 0,93 euro di Bergamo.