Fondazioni, la Consulta boccia la riforma Tremonti

La Corte ha dichiarato la parziale illegittimità costituzionale degli articoli 11 e 10 della legge 153 del '99; negli organi di indirizzo delle Fondazioni dovranno essere rappresentati in prevalenza gli enti, pubblici e privati. Gli enti di origine bancaria, quindi, che avevano ingaggiato una battaglia legale contro la riforma Tremonti, vedono riconosciuta la propria indipendenza e potranno decidere in piena autonomia come investire i propri fondi. La sentenza giudica «costituzionalmente illegittimi» gli atti di indirizzo generali, nella parte in cui attribuiscono all'Autorità di vigilanza il potere di emanare atti di indirizzo di carattere generale, vincolanti per le Fondazioni, definite una volta per tutte «persone giuridiche private». Sotto il profilo economico, «la destinazione e il concreto impiego dei mezzi finanziari di pertinenza delle fondazioni devono restare affidati alla autodeterminazione delle stesse». Anche sulle partecipazioni nei capitali delle banche, la Consulta accoglie l'interpretazione delle Fondazioni. Per essere definito congiunto da parte di più fondazioni il controllo di una o più banche deve essere iscritto in accordi di sindacato e non può «dedursi dal semplice possesso di partecipazioni nella stessa azienda bancaria da parte di più fondazioni». Per il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè, è la fine di «un certo dirigismo del ministero dell'Economia», mentre secondo il presidente della commissione Attività produttive Bruno Tabacci «questa sentenza va oltre le stesse aspettative del sistema delle Fondazioni».