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Nel 2002 il calo è stato del 3,1% a causa della forte impennata dei prezzi

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sostegno e rilancio degli investimenti non soddisfacente; contrazione della fiscalità centrale che ha toccato solo marginalmente le imposte sul reddito; calo della pressione fiscale stimato in non più di 0,8% in due anni con un ritmo di riduzione (-0,4%) inferiore a quello degli anni precedenti; politica di bilancio deludente. È un quadro fosco quello che emerge dall'analisi Eurispes sui principali aspetti dell'economia negli ultimi due anni. Secondo l'Eurispes, l'aspetto più grave della crisi è il calo del reddito disponibile reale delle famiglie che, dopo le contrazioni degli anni '97 e '98, aveva mostrato segni di ripresa nel 2000 ed in gran parte del 2001. Nel 2002, invece, ha subito un calo del 3,1%, come conseguenza della modesta crescita del Pil e dell'aumento dei prezzi, a cui va aggiunto «il tracollo» dei rendimenti dei titoli a reddito fisso che ha determinato in 7 anni una perdita media di reddito per le famiglie dell'1,3%. C'è anche la riduzione del patrimonio che, solo per i titoli del MIB 30 è stata di oltre 600 miliardi di euro dal 2000 al 2003. Il Governo ha tentato di risollevare i consumi con l'aumento delle pensioni minime e con la contrazione della fiscalità centrale ma «nessuna delle due misure ha stimolato della domanda». Inoltre, la contrazione della fiscalità centrale «è stata in gran parte compensata dall'incremento della fiscalità locale». La pressione fiscale con il governo Berlusconi è scesa, secondo l'Erispes, di «non più di 0,8% in due anni, ad un ritmo (-0,4%) inferiore a quello degli anni precedenti». In termini complessivi, le entrate fiscali e parafiscali sono aumentate nel 2002 dell'1,7% rispetto al 2001. Crescono le imposte indirette (+4%), grazie soprattutto a Iva, Ici e Irap, ed i contributi sociali effettivi (+3,7%), mentre si riducono le imposte sul reddito e sul patrimonio. Crescono l'Irpef (+1,6%) e le imposte sui redditi da capitale (+3,6%), mentre si riducono l'Irpeg (-9,3%), l'imposta sui capital gains e sulla rivalutazione dei capitali d'impresa (-33,7%).

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