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Industria in affanno, fatturato fermo da un anno

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Invariato, invece, l'andamento rispetto al 2002. E mentre Adolfo Urso, vice ministro per le Attività Produttive, guarda ai dati come a un segnale di ripresa, il ministro dell'Attività produttive, Antonio Marzano, ha detto che il nostro Paese ha dimostrato in questo modo di saper sopravvivere alla difficile congiuntura economica. L'Istat ha spiegato che il mancato incremento su base annua è da attribuirsi principalmente a un calo del fatturato sul mercato interno (pari a -0,3%) e a un aumento su quello estero (+1%) nei primi 7 mesi dell'anno. A fronte di questi risultati anche un calo dello 0,7% derivante da una diminuzione dello 0,3% sul mercato interno e dell'1,6% su quello estero. In particolare, emerge che nel mese di luglio il fatturato è cresciuto su base tendenziale dello 0,3% per i beni di consumo (+2,3% quelli durevoli e -0,3 quelli non durevoli), dell'1% per i beni intermedi e del 7,6% per l'energia, mentre è diminuito del 3,7% per i beni strumentali. E ancora, in termini congiunturali, gli indici destagionalizzati mostrano aumenti dell'1,% per i beni di consumo (+3,4% quelli durevoli e +0,3% quelli non durevoli) del 2,5% per i beni intermedi e del 2,7%per l'energia, mentre si è registrata una diminuzione del 2,2% per i beni strumentali. In definitiva, l'incremento tendenziale maggiore si registra nel comparto dell'estrazione di minerali (+26,4%) mentre in netta diminuzione le industrie delle pelli e delle calzature (-9,7%). E ancora, gli ordinativi a luglio hanno registrato un +1,3% rispetto a giugno. Ma il dato è pari a un -5,4% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Un risultato che mostra in maniera netta la corsa al ribasso degli ordinativi industriali, che registrano per il settimo mese consecutivo un calo tendenziale.

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