Terziario in espansione (+1,4%) Scendono i posti in agricoltura (-3%) Soddisfatto il ministro Maroni «Mi conforta il dato sugli anziani»
I dati Istat riferiti al settimo mese del 2003 segnalano infatti che il numero dei lavoratori è pari a 22.215.000 unità, con un aumento di 231mila posti rispetto allo stesso mese dell'anno scorso (+1%). In termini assoluti dunque è il massimo mai raggiunto dall'ottobre 1992. Ma il ritmo di crescita registrato nel trimestre febbraio-aprile ha subito un lieve rallentamento (passando dal +1,4% al +1%). La rilevazione trimestrale conferma anche il calo del tasso di disoccupazione che si è attestato all'8,3% contro l'8,7% del luglio 2002. Si è ridotto anche il numero delle persone in cerca di occupazione: sempre a luglio 2003 sono state 1 milione 999mila. Ovvero il 4,6% in meno rispetto a un anno fa. Rilevante il contributo fornito dai lavoratori anziani, tra i 50 e i 59 anni, una classe di età in cui il numero di occupati si è attestato su 3.943.000 unità, vale a dire 161mila in più, sempre rapportato al luglio 2002. Dopo molti anni inoltre il tasso di occupazione tra i 55 e i 64 anni di età ha superato il 30%. Emerge anche che l'occupazione-record è dipesa più dalle mancate uscite che dalle nuove entrate nel mercato del lavoro. L'offerta di occupazione a luglio ha registrato infatti l'esiguo aumento dello 0,6% (+ 135mila unità). Si conferma un maggiore aumento dell'occupazione femminile (pari all'1,1%), quella maschile segna quasi il passo (con un risicato + 0,3%). Cresce anche l'occupazione stabile, a tempo pieno e indeterminato (145mila su 230mila). Il Nord-Ovest e in Centro Italia tirano di più: l'incremento occupazionale su base annua è stato dell'1,4% (rispettivamente con 90mila e 62mila unità). Di poco inferiore nel Nord-Est (+1,1%). Fanalino di coda si conferma il Mezzogiorno, con un aumento degli occupati dello 0,4%. D'altra parte al Sud è diminuito anche il numero delle persone in cerca di lavoro (- 6,7%). Più o meno delle stesse dimensioni la riduzione nel Nord-Ovest (-7,5 per cento). Nel Nord-Est invece c'è stata più gente in cerca di lavoro (+ 4,6%), stesso discorso per il Centro (+4,2%). Il terziario ha confermato il suo andamento positivo con un incremento dell'1,4% (+192mila unità). Scendono invece i posti nell'agricoltura (-3%) rispetto al 2002. Un moderato ritmo di sviluppo tendenziale ha mantenuto infine l'industria: + 0,5%. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, ha definito «molto positivo» il dato dell'Istat.