Mediobanca, premio presenza a Maranghi
Evidentemente l' ex amministratore delegato di Mediobanca, i suoi conti li aveva già fatti. Infatti, spulciando fra i numeri del bilancio, risulta che l'ex delfino di Cuccia ha percepito 1,625 milioni di euro quale indennità per le ferie non godute dal 1985 al 13 aprile del 2003. E non è finita, a Maranghi sono anche stai corrisposti 51.000 euro per la carica di Ad e 1,129 milioni per quella di direttore generale. I compensi, che non fanno parte delle indennità di fine rapporto, si confrontano con i 93.000 euro e gli 1,007 milioni percepiti da Maranghi nell'esercizio 2001/2002 per le cariche di amministratore delegato e di direttore generale. Intanto a piazzetta Cuccia si è scatenata la caccia alla talpa. Un' indagine interna è stata aperta dai nuovi vertici della banca sulla continua fuga di documenti e di verbali dei cda, atti che vengono poi pubblicati sulla stampa. Violazioni formali e un tempo impensabili per il tempio della riservatezza creato da Enrico Cuccia, e gestito con lo stesso stile per quasi quarant'anni da Maranghi, che stanno destando la preoccupazione di soci e amministratori. Inoltre nell'esercizio 2002\2003 il portafoglio titoli di Mediobanca si è svalutato per 265,6 milioni di euro. Lo si legge nelle bozza di bilancio pubblicata sul sito internet di Piazzetta Cuccia. "Le svalutazioni portate a carico dell' esercizio - si legge nel bilancio - hanno comportato l' iscrizione di imposte anticipate per 80,3 milioni e gli allineamenti hanno gravato sul conto economico per netti 185,3 milioni di euro". A fine giugno gli investimenti azionari ammontavano a 2.766,3 milioni. Mediobanca in un anno ha acquistato e sottoscritto titoli per 500,4 milioni di euro, ha disinvestito per 329,7 milioni e i trasferimenti alla tesoreria sono stati pari a 131,1 milioni di euro con una perdita netta di 37,8 milioni "pressoché interamente imputabile - si legge nel bilancio - alla cessione del pacchetto Fondiaria-Sai". Nel dettaglio la partecipazione in Commerzbank è stata svalutata per 62,3 milioni di euro, Mediolanum per 20,7 milioni, Finmeccanica per 19,3, Fiat per 19,2 milioni di euro, Capitalia per 14,8 milioni di euro. "Dal raffronto fra il valore di carico dei titoli quotati e la media dei corsi del semestre gennaio-giugno - si legge ancora - emerge una plusvalenza netta di 2.691 milioni di euro.