Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Un lavoratore su dieci è « in nero» il sommerso fornisce il 15% del Pil

default_image

  • a
  • a
  • a

E la maglia nera del sommerso, che vede in prima linea un settore come l'agricoltura, va al Sud. A rilevare i dati sulla piaga che dalla notte dei tempi affligge l'Italia è l'Istat, in base ai dati del 2000. Nel nostro Paese l'economia sommersa si aggira intorno a cifre elevatissime, In particolare, secondo l'Istituto statistico, vale tra i 177 e i 197 miliardi di euro e rappresenta una quota del prodotto interno lordo compresa fra il 15,2% e il 16,9%. Che tradotto significa che più di un lavoratore su dieci è pagato in nero. E il picco degli irregolari si registra nel Mezzogiorno. Dati alla mano, il tasso di irregolarità dei lavoratori italiani è pari al 15%. Una percentuale che nel Mezzogiorno raggiunge il 22,4%. Ma il record negativo spetta alla Calabria dove si registra il 29,1%. In relazione ai settori di attività, nel 2000 il 36% del valore aggiunto prodotto dall'agricoltura è imputabile al sommerso. E la tendenza, dice l'Istat, è in crescita. Da una ricostruzione dell'Ufficio statistico infatti si rileva questa pesante escalation: nel 1992 la percentuale era del 29,8%, nel 1995 era del 31,5% e nel 1998 del il 33,3. Nell'industria e nei servizi, invece, il sommerso ha pesato rispettivamente per il 9,4-12,5% e per il 17,7-19%. E ancora, il peso del lavoro nero sul pil ha toccato il picco massimo nel 1997 quando si registrò una quota compresa tra il 15,9 ed il 17,7% del prodotto interno lordo, con un valore compreso fra i 163 ed i 181 miliardi di euro. Nel 1992 il sommerso costituiva tra il 12,9 e il 15,8% del pil; nel 2000 tra il 15,2 e il 16,9%. Nel 2000 - ha rilevato l'Istat - la quota del 16,9% di pil imputabile all'area del sommerso economico è scomponibile in un 6,7% dovuto alla sottodichiarazione del fatturato ottenuto con il lavoro regolarmente iscritto nei libri paga, in un 8,5% dovuto all'uso di lavoro non regolare e in un 1,7% derivante dalla necessità di riconciliare le stime dell'offerta di beni e servizi con quelle della domanda. Una situazione dura da estirpare. Lo conferma anche il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, che ieri ha parlato di «zoccolo duro dell'economia italiana». Sacconi ha poi annunciato che «nei prossimi giorni sarà portato al Consiglio dei Ministri il decreto legislativo per la razionalizzazione ed il rafforzamento della capacità operativa dei servizi ispettivi del Ministero del lavoro, dell'Inps e dell'Inail». Sacconi ha ricordaro che «al sommerso concorrono numerose cause. Ma la riforma dei flussi migratori, la legge Biagi, le nuove norme sulla certificazione della congruità contributiva per lavori pubblici e privati in edilizia, le maggiori opportunità di lavoro regolare in agricoltura, la semplice regolarizzazione dei piccoli spezzoni di lavoro accessorio concorrono a favorire l'emersione del lavoro sommerso».

Dai blog