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Fmi, la ripresa mondiale c'è ma è ancora fragile e tenue

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È quanto ha annunciato il governatore di Bank of France e neo presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet, a Dubai per il meeting del Fondo Monetario Internazionale. Trichet sostiene che la diminuzione delle tensioni geopolitiche e le migliori condizioni di mercato hanno spronato la ripresa fin qui, ma ammonisce che «il ritorno a una forte e sostenuta crescita richiede azioni per il miglioramento degli squilibri che non solo permangono, ma che si stanno allargando». Trichet ha definito i grandi deficit delle maggiori economie come «una fonte di preoccupazione» in quanto essiccano risorse finanziare alle economie emergenti. Trichet ha inoltre invocato «politiche fiscali sostenibili sul medio-termine». E di ripresa imminente, anche se tra molti rischi, ha parlato anche Ernst Welteke, governatore della Bundesbank e membro del consiglio della Bce. Secondo Welteke, «le ultime previsioni del Fmi indicano che la ripresa è in atto». Ma Welteke ha specificato che esistono ancora dei rischi, come l'insostenibile deficit di alcuni paesi. Secondo il presidente della Bundesbank i governi dovrebbero rafforzare i loro sforzi per colmare i gap di budget. «Questa - ha concluso il governatore - è una sfida particolare in periodi di crescita insufficiente. Una misura fiscale sul medio-termine potrebbe aiutare a superare questi problemi». Tassi d'interesse più alti spingono in alto i costi d'investimento, uno dei maggiori motori della crescita economica. E un avvertimento sulla crescita mondiale «troppo lenta» viene dal segretario al Tesoro Usa, John Snow, che, ricordando come la crescita Usa sia avviata verso un tasso di crescita del 3,5-4% nei prossimi trimestri, ha parlato anche del deficit pubblico statunitense: «siamo preoccupati», ha ammesso Snow, sottolineando peraltro che il Governo è impegnato a «tagliare il disavanzo della metà nei prossimi cinque anni».

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