Anche a settembre inflazione in piena corsa
Come ampiamente previsto, anche a settembre il costo della vita si è mantenuto ben al di sopra della media europea. Secondo quanto comunicato dall'Istat, c'è perfino la possibilità di un rialzo al 2,9% del tasso annuo, rispetto al 2,8% registrato ad agosto. Sarebbe un ritorno ai livelli del luglio 2001. Il rialzo mensile dei prezzi è stato invece pari allo 0,2%. Il dubbio sull'inflazione annua nasce dal fatto che i dati delle dodici città campione non hanno sciolto l'enigma: dipenderà dagli arrotondamenti. Per saperne di più occorrerà dunque aspettare il dato preliminare del 29 settembre, ma soprattutto quello definitivo che l'Istat diffonderà il 14 ottobre. Decimali a parte, resta la tendenza di fondo: la corsa dei prezzi non si ferma, e ogni mese c'è una sorpresa negativa. Se gli aumenti dei prodotti alimentari e di quelli legati all'istruzione erano attesi, i primi per gli effetti non ancora esauriti della siccità estiva, i secondi per motivi stagionali legati alla riapertura dell'anno scolastico, nessuno si attendeva un rialzo del comparto delle comunicazioni. È l'unico settore che ha sempre mostrato prezzi annui in calo. Ma a settembre ha fatto registrare nelle città campione rialzi mensili decisamente sostenuti, compresi tra lo 0,7% e l'1,2%, per via dell'adeguamento delle tariffe della Telecom. Quanto ai generi alimentari, secondo l'Osservatorio Ismea i rincari più consistenti nel settore ortofrutticolo riguarderebbero i fagiolini, con un aumento addirittura del 98%. Seguono il radicchio (+58%) zucchine (+23%), pomodori (+13%), carote, peperoni e patate (+8%). La città con l'aumento annuo più elevato si è confermata Napoli: +3,5%, leggermente meglio del +3,6% di agosto. Subito a ruota Torino: +3,1%. Nella classifica dei prezzi più «freddi» Bari scavalca Firenze, da mesi la città con l'inflazione più contenuta: il capoluogo pugliese fa segnare il 2,2% contro il 2,4% di quello toscano. A livello mensile, gli aumenti minori sono a Milano e Bari con lo 0,1%, i maggiori a Firenze, Napoli e Torino con lo 0,4%. I dati Istat hanno fatto tornare all'attacco consumatori e sindacati: giudizi più cauti dalla Confcommercio («risultato in linea con le aspettative che non desta alcun allarme»). Anche se l'organizzazione guidata da Sergio Billè, unitamente alla Confesercenti, ha rilevato la crisi dei consumi. Secondo l'Intesa dei consumatori, che raggruppa Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, «anche gli ultimi dati, seppur edulcorati, di un'inflazione ufficiale al 2, 9%, quasi il doppio della media europea, dimostrano le speculazioni sui prezzi effettuate da ben individuabili soggetti». Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef, accusa il governo di «continuare a voltare la testa dall'altra parte, mostrando disprezzo a sufficienza verso le sacrosante richieste dell'Intesa dei consumatori». E il governo è messo sotto accusa per «omessa vigilanza» anche da Cgil, Cisl e Uil, che segnalano la continua penalizzazione di salari, stipendi e pensioni. Ma la polemica è sterile, secondo il ministro Marzano, che nega l'esistenza di un aumento rispetto ad agosto: «l'inflazione è rimasta stabile - ha affermato - pari al 2,8% più qualche decimale». Il ministro ha poi illustrato «l'attività del governo di contrasto dell'inflazione annunciando di aver già convocato i commercianti e che tra breve incontrerà i sindacati e le regioni».