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Ue, per i prodotti italiani in gioco 1,2 miliardi

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Crescono i finanziamenti dell'Europa alla nostra agricoltura. Incrementi per cereali, vino e latte

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Da Taormina, dove ha riunito i ministri dell'agricoltura dell'Ue, Alemanno sta gettato le basi del negoziato che aprirà formalmente il 29 settembre a Bruxelles. La posta in gioco è elevata per l'Italia. Per l'olio d'oliva ed il tabacco Bruxelles versa ogni anno alle casse degli agricoltori italiani un contributo globale che supera il miliardo di euro (723,5 milioni per l'olio e 331,5 per il tabacco). Se si aggiungono i fondi per il mercato dello zucchero (118,1 milioni, sul quale la Commissione europea presenterà delle opzioni di riforma) il flusso finanziario verso l'Italia sfiora l'1,2 miliardi di euro l'anno. Queste riforme sono essenziali per salvaguardare e rafforzare i finanziamenti Ue all'agricoltura italiana che ha già ottenuto nel 2002 un risultato positivo. Rispetto al 2001, infatti, la percentuale degli aiuti ai produttori italiani sul totale di quelli europei è salita dal 12,9 al 13,1%: ossia è passata a 5,69 milioni di euro rispetto ai 5,34 dell'anno prima. L'aumento più forte si è registrato sul fronte degli aiuti diretti agli agricoltori. In aumento anche le sovvenzioni per le vendite di prodotti agroalimentari italiani sul mercato mondiale. Ciononostante, rimane ancora del cammino da percorrere per equilibrare gli aiuti Ue con il valore della produzione agricola italiana, che rappresenta circa il 15% di quella comunitaria. Tuttavia il passo avanti compiuto, frutto dei negoziati tra il ministero delle Politiche agricole e Bruxelles, ha permesso di limitare il saldo negativo dell'Italia nei confronti delle casse comunitarie. Roma infatti, sulla base dei dati resi noti dalla Commissione europea, è sempre più contribuente netta al bilancio Ue con 2,8 miliardi di euro nel 2002 rispetto agli 1,9 del 2001. Dai dati europei sui pagamenti agricoli all'Italia emerge anche che nel 2002, rispetto al 2001, si sono registrati incrementi sensibili soprattutto nei settori dei cereali e semi oleosi, ma anche per ortofrutta, vino, latte e prodotti lattieri, carne bovina, carne suina, uova e pollame. Le note negative sono proprio quelle che riguardano i mercati presi di mira dalle nuove riforme. Per l'olio d'oliva, la parte dei finanziamenti versati all'Italia rispetto a quelli globali è passata dal 33,6% del 2001 al 31,1% del 2002, in seguito alla normativa in vigore che permette alla Spagna di erodere i fondi destinati all'Italia. Il nuovo progetto messo a punto dai servizi del commissario europeo per l'Agricoltura Franz Fischler metterebbe fine a questa distorsione. Per il settore del tabacco invece, i fondi Ue all'Italia hanno subito negli ultimi anni solo una leggera riduzione. Alemanno non ha nascosto di essere «molto perplesso» sulle future proposte per il tabacco, mentre ha espresso «maggiore apprezzamento» per quelle dell'olio d'oliva.

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