Finmeccanica nel mirino Ue
La procedura mira a verificare la compatibilità delle misure concesse dallo Stato italiano con le norme europee in materia di aiuti di Stato. I progetti nel mirino del responsabile europeo per la concorrenza sono stati lanciati dopo il 1996 e ricadono perciò sotto la normativa Ue in materia di aiuti di stato per sostenere la ricerca e lo sviluppo. Le norme Ue obbligano i Paesi membri a notificare gli aiuti concessi alle imprese per lo sviluppo della ricerca che superino i 20 milioni di euro. Dei 13 progetti finanziati con denaro pubblico sulla base della «legge aeronautica 808» del 1985, solo sei sollevano «dubbi» di legalità da parte dell'Antitrust Ue. Gli altri sono stati «lanciati» prima che entrasse in vigore la normativa oppure rientrano nel settore militare e dunque sono esentati dalle regole comunitarie in materia di sussidi pubblici. L'apertura formale di una procedura nei confronti dell'Italia potrebbe avvenire all'inizio del mese prossimo, probabilmente nella riunione del collegio dei commissari prevista per il primo ottobre. La richiesta di Monti potrebbe però subire dei ritardi. L'ufficio legale della Commissione europea, infatti, avrebbe sollevato alcuni rilievi in merito alle conclusioni dell'Antitrust Ue. Niente che non possa essere agevolmente superato, ha però commentato una fonte vicina al dossier, lasciando intendere che alla fine anche gli «avvocati» dell'esecutivo Ue daranno parere «positivo» alla richiesta di Monti. Gli aiuti concessi dalle autorità italiane per finanziare sei progetti di ricerca e sviluppo in favore del gruppo Finmeccanica del valore di circa 250 milioni di euro sarebbero «illegali», poichè concessi senza essere stati prima notificati alla Commissione europea. Il problema, ha commentato una fonte bene informata, «è che le autorità italiane hanno tenuto segreti questi finanziamenti», violando l'obbligo di notifica. Per tale ragione, ha aggiunto, la procedura formale appare ormai «inevitabile». Ma anche dal punto di vista sostanziale, ha aggiunto una seconda fonte, i progetti finanziati sollevano «dubbi» sulla compatibilità con le severe norme Ue in materia di aiuti di stato. Le perplessità del commissario Monti, ha aggiunto la fonte, riguardano il fatto che gli aiuti, concessi sotto forma di «prestiti rimborsabili», non avrebbero avuto l'effetto di promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti, ma avrebbero favorito le società interessate nella «produzione e vendita» di aerei e elicotteri, distorcendo in questo modo la concorrenza.