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Cellulari: agli italiani piace cambiare

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Wind primo beneficiario della «number portability». Perdono utenti Tim e Vodafone

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È la portabilità del numero, una goccia nel mare degli oltre 50 milioni di cellulari che trillano ovunque in Italia, ma comunque uno strumento importante, che contribuisce a fare del mercato della telefonia mobile, uno dei più saturi in assoluto, anche uno dei più aperti alla concorrenza. Secondo gli ultimi dati che risalgono al 15 settembre, chi finora «guadagna» di più dalla possibilità di acquisire nuovi clienti attraverso questa procedura è Wind, che da quando la number portability è in vigore ha incamerato circa 400mila clienti perdendone 220mila, con un saldo attivo di 180mila. Saldo attivo è anche quello di 3, che deve necessariamente cercare di «soffiare» clienti ai concorrenti in un mercato dove praticamente tutti hanno un telefonino. Il marchio commerciale di H3G ha incamerato 53mila clienti, ma deve affrontare anche qualche perdita: sono 350 gli italiani che hanno preferito tornare alla seconda generazione e abbandonare il gestore Umts. Chi perde clienti dalla number portability sono, come è normale, gli operatori storici. Abbastanza complessi sono i conti per Tim, che gestisce sia i clienti Gsm che quelli Tacs. Considerando il solo Gsm, Tim perde circa 400mila clienti e ne guadagna 260mila, con un saldo negativo di 140mila. Ma l'operatore storico deve anche gestire una quantità di clienti che hanno ancora il Tacs e che stanno migrando verso il Gsm. Si tratta di persone che la stessa Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, sentinella della number portability, considera «nuovi clienti» e il cui saldo è positivo per circa 161mila unità (usciti del tutto circa 19mila, passati da Tim Tacs a Tim Gsm circa 140mila). Seguendo il calcolo dell'Autorità, quindi, Tim è in totale in attivo per circa 20mila clienti; non prendendo invece in considerazione i «movimenti» del Tacs sarebbe in perdita per 140mila unità. Vodafone, infine, registra un saldo negativo di circa 40mila clienti, con 300mila incamerati e 340mila persi. La portabilità del numero ha vissuto vicende travagliate prima di prendere effettivamente il via ad aprile dell'anno scorso con l'accordo tra gli operatori attualmente in vigore. Ma i quattro gestori stanno rivedendo quell'intesa, nel tentativo di rendere più snelle le procedure e quindi più efficace lo strumento. Tra gli elementi da rivedere, ma sui quali per il momento non tutti sono d'accordo, ci sarebbero i giorni necessari per portare i clienti, che potrebbero scendere da 10 a 5; il numero di utenti «portabili» al giorno, che potrebbe salire da 3.500 a 5.000; il prezzo da pagare per cambiare gestore e conservare il numero, attualmente pari a 10 euro.

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