Via libera al piano di formazione Fiat
Coinvolti i lavoratori in cassa integrazione o appartenenti a categorie deboli
Ieri il piano formativo è stato approvato dalla Commissione europea e diventa di fatto operativo. Il via libera è stato possibile dal momento che il finanziamento risulta compatibile con le regole che disciplinano la concorrenza nel mercato comune e non rientra in alcun regime di aiuti. La decisione di Bruxelles «premia l'impostazione adottata dal ministero del Welfare nella definizione del Piano e nella sua finalizzazione all'occupabilità dei lavoratori» ha commentato il sottosegretario, Pasquale Viespoli. «Si tratta - ha spiegato Viespoli - di un esempio che vale in sè e come modello di riferimento per utilizzare la leva della formazione quale strumento essenziale di politiche attive del lavoro. Naturalmente - ha aggiunto il sottosegretario - sono stati importanti da una parte il confronto con l'azienda, che ha colto l'opportunità di un approccio diverso ai fenomeni di crisi, dall'altra la qualità delle relazioni istituzionali con la Commissione». Il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha stanziato per il piano 43,776 milioni di euro suddivisi in 38,239 milioni di euro per i dipendenti della Fiat auto e 5,537 milioni di euro per i dipendenti di Comau. L'obiettivo dell'intervento è quello della riqualificazione dei lavoratori maggiormente coinvolti dallo stato di crisi. Ad essere coinvolti saranno 19.900 dipendenti di Fiat auto e 2.000 lavoratori di Comau attualmente in forza presso gli stabilimenti di Mirafiori, Arese, Cassino, Pomigliano e Termini Imerese. I percorsi formativi saranno diretti alla riqualificazione professionale di varie tipologie di lavoratori: quelli in cassa integrazione straordinaria; quelli appartenenti a categorie deboli e quindi particolarmente esposti a rischi di inoccupazione se non riqualificati; i lavoratori a rischio di obsolescenza professionale; quelli con un'anzianità aziendale superiore ai 13 anni o con un'età anagrafica superiore ai 35 anni; infine i lavoratori privi di un titolo di studio di livello secondario superiore o equivalente. Il piano è articolato in una parte di formazione generale e in una di formazione specifica sui fabbisogni dell'azienda. Le competenze acquisite verranno certificate e saranno rese visibili attraverso l'adozione del libretto formativo del cittadino previsto dalla legge Biagi. Per l'attuazione dell'intervento il Ministero del Welfare si avvarrà del supporto tecnico di Italia Lavoro S.p.A.