Unicredit si avvia a uscire da Mediobanca
L'uscita di scena di Fabrizio Palenzona, rappresentante delle Fondazioni azioniste di Unicredit (che a sua volta è azionista di riferimento di Mediobanca con Capitalia), ha destato qualche malumore in queste ultime. Ma l'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, ha smentito qualsiasi tensione all'interno del proprio istituto. Il manager ha dichiarato che i rapporti tra i soci di Unicredit e i vertici della banca dopo l'uscita di Palenzona sono «assolutamente ottimi». La scelta del presidente della Fondazione Crt di lasciare il cda di Mediobanca è stata dettata dalla necessità di siglare la pace con i francesi guidati da Vincent Bollorè. Infatti, al posto di Palenzona e di Vittorio Ripa di Meana, sono entrati Jean Azema, leader di Groupama, e Tarak Ben Ammar: quest'ultimo è un consigliere indipendente, ma ben gradito a uno dei soci della banca d'affari fondata da Enrico Cuccia, la berlusconiana Mediolanum. Subito dopo la conclusione del cda, ha spiegato Profumo, i rappresentanti dei soci del patto di sindacato italiani e francesi si sono incontrati per svolgere un punto della situazione su Generali. Infatti, la pace a Mediobanca è stata la conseguenza della cessazione delle ostilità nella compagnia triestina, dopo i tentativi di scalata effettuati da Bollorè e compagni, osteggiati da Unicredit e Capitalia. Al vertice ha partecipato anche l'amministratore delegato di Generali, Giovanni Perissinotto. Il vertice tra i «grandi soci», ha proseguito Profumo, è stato incentrato anche sulla semestrale del Leone triestino. Ma l'amministratore delegato di Unicredit ha confermato anche una delle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi. L'istituto bancario milanese potrebbe vendere la propria quota in Generali attraverso l'emissione di un'obbligazione convertibile in azioni della compagnia assicuratrice. «È una delle molte opzioni - ha spiegato Profumo - che stiamo valutando. Ci sono anche altre opzioni, decideremo dopo aver analizzato tutte le differenti possibilità». L'operazione dovrebbe essere effettuata in tempi brevi poichè Unicredit ha dichiarato più volte di essere un azionista transitorio di Generali, di cui ne possiede il 2,099% conquistato nella «controffensiva» di primavera contro i finanzieri francesi. Ciò dovrà essere effettuato per non incorrere nei fulmini dell'Isvap e della Consob, poichè la banca milanese detiene il 4,944% di Ras.