Mediobanca, il cda ha varato il rimpasto
Approvati i conti al 30 giugno 2003. In arrivo maxidividendo di 0,18 euro per gli azionisti
I due sono stati cooptati al posto di Fabrizio Palenzona, in quota all'Unicredit, e Vittorio Ripa di Meana, in quota a Capitalia: entrambi hanno presentato le loro dimissioni. In particolare, Ben Ammar riveste il ruolo di consigliere indipendente: la sua presenza nella banca d'affari è stata gradita anche all'azionista Mediolanum, con cui il finanziere arabo vanta un ottimo rapporto. Dunque, si conclude in questo modo la guerra inziata a cavallo di febbraio e marzo con la scalata a Generali da parte dei francesi, guidati dal finanziere Vincent Bollorè, e della controffensiva italiana guidata da Unicredit e Capitalia. Un compromesso effettuato dopo una lunga trattativa, seguita agli attacchi sulla compagnia assicurativa di Trieste. L'ingresso di Azema, presidente del gruppo assicurativo transalpino Groupama, e di Ammar è stato accettato con un sorriso di circostanza soprattutto dalle Fondazioni azioniste di Unicredit (che è azionista di riferimento di Mediobanca insieme a Capitalia). Infatti, l'uscita di Palenzona non sarebbe stata molto gradita: ma il passo era necessario per siglare la pace tra francesi e italiani sull'asse Mediobanca-Generali. Ieri il consiglio di amministrazione ha anche approvato i conti al 30 giugno 2003: Mediobanca chiude infatti l'esercizio finanziario alla fine di giugno, mentre l'assemblea dei soci per l'approvazione del bilancio si svolge alla fine di ottobre. La banca d'affari ha riservato una gradita sorpresa per i propri azionisti, che incasseranno un maxidividendo di 0,18 euro, superiore del 20% rispetto a quello del 2001- 2002. Questo premio per i soci è in linea con il risultato della gestione ordinaria, cresciuto anch'esso del 20% a 439,2 milioni di euro. L'utile netto 2002-2003 è di 53,6 milioni, contro il dato dell'esercizio precedente di 255,1 milioni, a causa della perdita di 206,2 milioni dei primi nove mesi. Tale risultato è stato influenzato dall'andamento negativo dela gestione straordinaria. Infatti, la vendita delle azioni possedute nel portafoglio partecipazioni di Mediobanca ha registrato una perdita di 51,1 milioni, di cui 34,9 milioni per la cessione dei titoli Fondiaria- Sai. Quanto alla decisione di Profumo di uscire dal comitato esecutivo di piazzetta Cuccia, il finanziere ha ribadito che un suo ruolo nell'esecutivo di Mediobanca sarebbe stato in conflitto con quello di presidente di Ubm, la merchant bank del gruppo unicredito.