TUTTE LE REGOLE DA SEGUIRE
In presenza dei requisiti, l'INPS liquida una pensione che va ad aggiungersi (e quindi «supplementare») a quella già percepita. Ad esempio, un lavoratore che ha versato la quasi totalità dei contributi di cui è in possesso in un solo fondo (ad esempio l'INPDAP), può avere una minima parte di contribuzione versata presso l'INPS, generalmente all'inizio o alla fine della carriera. Che cosa succede a questi contributi, se da soli non sono sufficienti a garantire una pensione autonoma? Sono destinati a essere perduti definitivamente? La risposta è un tranquillizzante no, perché tali contributi - su richiesta dell'interessato - sono comunque utilizzabili per la liquidazione di una pensione che si definisce «supplementare» perché va ad aggiungersi all'altra o alle altre già esistenti. La pensione supplementare può essere di due tipi: di vecchiaia e d'invalidità e spetta anche ai superstiti. Chi è già titolare di una pensione presso fondi sostitutivi, esonerativi o esclusivi dell'assicurazione generale obbligatoria (Stato, Enti locali, Gestioni Speciali dei lavoratori autonomi, Fondi Speciali dell'INPS), ed è in possesso di contributi versati all'INPS non sufficienti a costituire una pensione autonoma, può chiedere la liquidazione di una pensione supplementare al compimento dell'età pensionabile. Occorre anche avere cessato l'attività di lavoro dipendente. Non si possono utilizzare i contributi giacenti all'INPS per costituire una pensione supplementare quando la pensione è a carico di Casse e Fondi per i liberi professionisti (medici, avvocati, ingegneri, ecc.). I titolari di pensione ENPALS non hanno bisogno di ricorrere alla pensione supplementare, dal momento che le norme che regolano i rapporti tra INPS ed ENPALS stabiliscono che i contributi versati nei due Enti sono utilizzati per la liquidazione di una sola pensione. Il trattamento è corrisposto da uno solo dei due istituti di previdenza, presso il quale vengono trasferiti anche i contributi versati nell'altro. Un discorso a parte merita la Gestione separata per i lavoratori parasubordinati. Se gli iscritti a tale gestione non raggiungono i requisiti per il diritto ad una pensione autonoma nel sistema contributivo e sono però titolari di una pensione liquidata da un altro Fondo previdenziale (Stato, Enti locali, Fondi speciali dell'INPS ecc.), possono avere una pensione supplementare calcolata in base ai contributi versati nella Gestione separata, a patto che abbiano raggiunto i 57 anni d'età. In questo caso la pensione supplementare spetta anche ai titolari di pensione a carico di Casse e Fondi per i liberi professionisti ed ENPALS. Per ottenere la pensione supplementare di invalidità occorre possedere il requisito «sanitario», uno stato invalidante che riduca in modo permanente la capacità lavorativa a meno di un terzo, in attività adeguate alle attitudini del lavoratore. Per ottenere la pensione supplementare è necessario presentare domanda utilizzando l'apposito modulo in distribuzione presso tutte le sedi INPS, allegando il certificato della pensione pagata da uno dei Fondi esclusivi, esonerativi o sostitutivi dell'assicurazione generale obbligatoria e i certificati anagrafici indicati.