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Alitalia, l'ad ai dipendenti: «Non siate miopi» L'amministratore delegato ha definito la difesa dello status quo un gesto controproducente per tutti

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Condanna come «miope» la difesa dello status quo e si rivolge ai lavoratori della compagnia perché collaborino alla svolta in corso. Una svolta che si traduce nel drastico giro di vite già annunciato e negli «inevitabili esuberi». «Ritengo di poter dire che nessuno di noi sia soddisfatto dei risultati raggiunti in questo periodo. Ma con altrettanta schiettezza penso che questo momento particolarmente critico possa condurci a un punto di svolta, trasformandosi in un'opportunità» così esordisce Mengozzi nella lettera che, dopo la riunione del consiglio di amministrazione che ha approvato le linee del piano industriale, ha rivolto ai dipendenti di Alitalia. A loro Mengozzi ha ricordato che gli «andamenti generali del settore sono ormai sotto gli occhi di tutti: il primo semestre 2003 ha visto ancora la sovrapposizione di gravi accadimenti internazionali con il perdurare di una lunga fase congiunturale, condizionando pesantemente tanto il contesto macroeconomico quanto quello più specifico del trasporto aereo». Alla base della crisi i fattori di natura economica e geo-politica - dalla Guerra in Iraq alla Sars - e quelli strutturali connessi al trasporto aereo, quali «la crescita del fenomeno dei vettori low-cost e una generale sovracapacità nel rapporto domanda-offerta». Condizioni che hanno «esercitato una forte pressione sui prezzi e che, secondo l'unanime giudizio degli analisti e degli operatori del settore, sono ormai da considerarsi irreversibili». Mengozzi riporta poi alcuni numeri indicativi: nei primi sei mesi del 2003 - dice - il traffico a livello mondiale ha subito un calo complessivo del 7,1% (rispetto allo stesso semestre 2002), mentre gli otto principali vettori europei (compresa Alitalia) hanno assistito a una significativa flessione dello yield e a un'ulteriore riduzione dei già modesti margini di redditività, accumulando perdite, a livello di risultato operativo, per 1,4 miliardi di euro, con un peggioramento di oltre 2 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2002. Una situazione di fronte alla quale i concorrenti hanno messo in atto drastici programmi di riduzione dei costi, quelli che s'imporranno anche alla stessa Alitalia come unica via d'uscita. Mengozzi ha sottolineato la necessità di «puntare sulla crescita e sullo sviluppo, ma a determinate condizioni». I principali obiettivi del piano, annuncia, saranno il recupero di market share, l'aumento di competitività del prodotto, la crescita sostenuta da incrementi di produttività, un approccio innovativo nelle politiche commerciali e un sensibile recupero di redditività. Mengozzi che lancia infine un monito: «chi fingesse di ignorare come si stia evolvendo il mondo che ci circonda, rimpiangendo i tempi d'oro o, peggio, difendendo strenuamente lo status quo, diverrebbe, a mio parere, artefice di un atto di miopia, controproducente non solo per tanti colleghi e famiglie, ma anche per se stesso».

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