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Per la Bce la ripresa è ormai prossima Ancora preoccupazioni per Italia, Germania e Francia ma il 2004 sarà l'anno della svolta

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La Banca centrale europea conferma la sua linea inflessibile soprattutto verso quei paesi i cui conti pubblici sono in sofferenza più degli altri. Ogni riferimento a Francia, Germania, Italia e Portogallo è assolutamente voluto: nell'ultimo bollettino mensile, quello di settembre, sono dunque ripetute le parole d'ordine dell'istituto centrale di Francoforte. Parole confermate dal futuro presidente della Bce, Jean Claude Trichet, che ha parlato davanti alla Commissione economica e monetaria del Parlamento europeo. Il sostituto designato di Wim Duisenberg è stato categorico: «Abbiamo bisogno assoluto del Patto di stabilità e di crescita, che va applicato così com'è: tutti i paesi membri devono assumersi le proprie responsabilità». L'analisi di Trichet è la stessa di Duisenberg: «In Europa manca l'attuazione decisa delle riforme strutturali». Nel frattempo, l'ultimo bollettino della Bce, diffuso ieri, punta nuovamente l'indice contro "la banda dei quattrO": Francia, Germania, Italia e Portogallo sono definite il «problema» della zona euro. Il monito è lo stesso: «È essenziale prevedere una correzione dei disavanzi eccessivi entro l'arco di tempo stabilito. Tutti e quattro i Paesi dovranno, nel resto del 2003, assicurare il rispetto degli impegni assunti al fine di sostenere la fiducia negli sforzi di riforma e nel quadro di riferimento per la politica fiscale della Ue». La Bce si è rivolta specificamente anche al governo italiano: «Per essere credibili i piani di bilancio dovranno basarsi su ipotesi macroeconomiche realistiche e prevedere misure ben definite». Vi si sottolinea che il piano di medio periodo dell'esecutivo prevede un obiettivo di disavanzo rivisto pari all'1,8% del Pil, che «verrebbe raggiunto facendo ancora una volta ricorso soprattutto a misure temporanee». La Bce si è anche incaricata di togliere un alibi a Francia, Germania, Italia e Portogallo: l'evoluzione non favorevole dei conti pubblici è dovuta principalmente, ma non esclusivamente, a una crescita economica inferiore al previsto. Quanto alle previsioni per il resto dell'anno e per il 2004, la Banca centrale reputa diminuiti, ma non scomparsi, i rischi per la crescita. Nell'attuale semestre dovrebbero apparire segni di ripresa che, a meno di cattive sorprese, si consolideranno l'anno venturo. L'inflazione media europea resterà attorno al 2%, per cui l'attuale politica monetaria resta appropriata.

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