Arretra ancora l'economia di Eurolandia
Il deludente annuncio è venuto da Eurostat, che ha pubblicato la variazione del Pil di Eurolandia del secondo trimestre dell'anno: un -0,1%, che fa seguito a un altro trimestre di non crescita (0,0% registrato nel primo) mettendo l'eurozona in quella che gli economisti definiscono «recessione tecnica». Le speranze di ripresa sono state però alimentate dalla Commissione che ha confermato sue previsioni relative al terzo e quarto trimestre, quando la crescita dovrebbe risultare fra lo 0,2% e lo 0,6%. Una non-crescita era già stata prevista da Eurostat con una stima di 0,0% pubblicata il 14 agosto che poi era stata rivista a -0,1% quando era giunta la mazzata del Pil francese, contrattosi in primavera di 0,3 punti. Al calo hanno contribuito anche gli altri due pesi massimi dell'eurozona, entrambi con un -0,1%: Germania, che non cresce da tre trimestri, e Italia (che arretra da due). In recessione tecnica è anche l'Olanda. «Tutto sommato i dati confermano che nella prima parte dell'anno la crescita è stata deludente», ha constatato il portavoce del commissario europeo agli affari economici e monetari Pedro Solbes. Annualizzato, ossia rispetto allo stesso trimestre primaverile dell'anno scorso, Eurolandia e Ue sono cresciute rispettivamente solo dello 0,2 e 0,5%. Le cause del malessere della zona euro, sottolinea l'Ufficio statistico, sono un rallentamento di consumi privati (0,1%), investimenti (-0,4%) ed export (-0,5%) con il valore aggiunto prodotto dall'industria in calo di ben l'1,0%. Per confronto, l'economia Usa nello stesso periodo è cresciuta dello 0,8% su base congiunturale e del 2,5% tendenziale. Riferendosi alle stime di crescita formulate dalle Commissione, il portavoce di Solbes ha però affermato anche che «verso la fine del terzo trimestre e in particolare nel quarto prevediamo forti e più stabili segni di ripresa in termini di dati reali». Un primo segnale dovrebbe venire con un Pil del terzo trimestre fra 0,0% e 0,4%, mentre la ripresina dovrebbe essere trainata da fiducia dei consumatori all'interno e dalla locomotiva statunitense. Le speranze della Commissione hanno alimentato una ripresa dell'euro sui mercati valutari dove la moneta unica è tornata oggi a quota 1,12 rispetto al dollaro. Restano però i fattori di incertezza legati alla crescita nelle economie più forti come quella tedesca dove il governo ha tagliato da 0,75 a 0,5% la propria stima di crescita del 2003. Una stima in linea con alcune recenti indicazioni (0,4-0,5%) relative all'Italia, che comunque nel Dpef del luglio scorso scommetteva su 0,8%.