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Trasporto marittimo, una risorsa da sfruttare

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Nel biennio 2000-2001 l'Italia prima nell'Ue per numero di passeggeri, seconda per quantità di merce

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Attorno a questa «risorsa» ruotano progetti e interessi, ma soprattutto un'importante fetta del Pil nazionale. Dai trasporti marittimi dipende anche il futuro di centinaia di lavoratori. I dati del settore sono positivi, ma tanto resta da fare, come denunciano Assonave (Associazione nazionale dell'industria navalmeccanica) e Confitarma (Confederazione italiana armatori). Per quanto riguarda i dati, l'Istat riferisce che nel corso del 2001 sono state movimentate nei porti italiani 445 milioni di tonnellate di merce, con una lieve diminuzione (-0,4%) rispetto ai 447 milioni di tonnellate registrate l'anno precedente. Nel biennio 2000-2001 l'Italia si è collocata al secondo posto nell'Unione europea per quantità di merce trasportata, dopo il Regno Unito (573 milioni di tonnellate nel 2000 e 566 nel 2001) e prima dei Paesi Bassi (con 406 milioni di tonnellate sia nel 2000 che nel 2001). All'interno del trasporto marittimo i prodotti petroliferi svolgono un ruolo fondamentale, costituendo circa la metà degli scambi complessivi (48,3% del totale nel 2000, 48,7% nel 2001). Il traffico di tali prodotti, che interessa prevalentemente i porti caratterizzati dalla vicinanza di oleodotti e raffinerie (Trieste, Genova, Augusta, Porto Foxi, Santa Panagia e Milazzo), ha registrato una flessione del 3,9% nel 2000 e un lieve incremento, invece, pari allo 0,5% nel 2001. Fra i porti, sono soprattutto quelli localizzati nelle isole a registrare i maggiori flussi in partenza. Per quel che riguarda l'insieme dei prodotti non petroliferi l'Istat nota che nel 2000-2001 considerati si osserva una diminuzione della quantità di merci trasportate. Nel 2000 il trasporto di corto raggio ha interessato il 77% del totale della merce trasportata via mare, per complessivi 344 milioni di tonnellate, mentre nel 2001 la sua incidenza ha registrato una leggera flessione, scendendo al 76,4%, in corrispondenza di un livello assoluto diminuito a 340 milioni di tonnellate. Tanto nel 2000 che nel 2001, l'Italia è stata il primo Paese in Europa per trasporto passeggeri via mare con, rispettivamente, 86,4 e 86,9 milioni, seguita dalla Danimarca (52 milioni nel 2000 e 48 milioni nel 2001). I primi porti per trasporto passeggeri, nel biennio in esame, sono Messina e Reggio Calabria, seguiti da Napoli, Capri e Porto d'Ischia. Gli stessi si trovano anche tra i primi 15 porti europei per traffico di passeggeri. Dai dati del Centro Studi di Federtrasporti, relativi a un'indagine congiunturale del periodo luglio-dicembre 2002, emerge che, nel corso del periodo in esame, il trasporto marittimo è stato pari a circa 440 milioni di tonnellate (con 8 milioni di teu - il trasporto di container), quello ferroviario a 83 milioni di tonnellate e quello aereo a 824 mila tonnellate. Aumenti sostenuti hanno caratterizzato i principali porti del Tirreno: al Nord, Genova (3%), Livorno (3%) e La Spezia (15%), (nell'ordine il 12%, 6% e 4% delle tonnellate complessivamente movimentate nell'anno), al Sud Napoli (12%) e Cagliari (7%) (quote rispettivamente del 4% e 7%).

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