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«Contro l'inflazione serve subito il biglietto da un euro»

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«Lo farei da subito» ha detto durante la registrazione della trasmissione «Porta a porta», a margine del Workshop Ambrosetti di Cernobbio. «Non è solo un modo per consentire di pagare un caffè - ha affermato - ma è anche della proiezione di una moneta in un contesto internazionale. Non è un caso che c'è la banconota da un dollaro di carta. Anche perchè all'estero non accettano le monete». Ma le proposte non si sono fermate qui. Niente dazi contro i Paesi che praticano una concorrenza commerciale sleale, come la Cina, che vanno affrontati con strumenti diversi come i cambi o le misure anti-dumping. Da Cernobbio, il ministro Tremonti ha respinto le accuse di protezionismo, dopo le polemiche sulle difficoltà delle imprese italiane verso i prodotti a basso costo che arrivano dall'Oriente. E lascia emergere di nuovo l'antica vena anti-europeista, in polemica con la «coltre» di regolamenti sfornati da Bruxelles. L'Europa, sostiene il titolare dell'Economia, deve superare due grossi ostacoli verso la competitività: l'incertezza sulla struttura istituzionale dell'Unione e un eccesso di «welfarismo» e «mercatismo». Una riforma possibile a costo zero? Sospendere per un anno le direttive comunitarie. Sulla concorrenza della Cina, «non ho mai parlato di dazi - ha detto il ministro al seminario Ambrosetti - qualcun altro, dall'altra parte del mondo, ci pensa»; ma questo tema «non può essere affidato al libero mercato», bensì servono interventi, dal cambio all'antidumping, passando per altri strumenti diretti e indiretti, amministrativi e politici. Il commissario europeo Mario Monti dice: «Credo che sia giusto porre il problema della Cina e non sia corretto accusare di protezionismo chi solleva tale problema. La Cina pone grandi sfide per il mondo, e avere motori di crescita per l'economia globale è un bene». Quanto poi alla proroga della Tremonti bis prevista dall'ultima finanziaria solo per alcune aree terremotate ed alluvionate, Monti anticipa: «Proporrò l'apertura di una indagine formale. Abbiamo chiesto informazioni che ci sono state fornite perché il regime degli aiuti pone interrogativi». In particolare, secondo Monti «bisogna valutare il nesso tra l'aiuto erogato e il danno causato dalla calamità naturale per valutare la compatibilità del regime di aiuti».

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